Confronto con il governo slitta lo sciopero dei medici
Slitta di sessanta giorni lo sciopero nazionale dei medici che era previsto inizialmente per domani e venerdì. I problemi della categoria al momento rimangono, ma è stato aperto un confronto tra governo e sindacati di settore, per trovare le soluzioni adeguate alla lunga lista di voci attualmente sul tavolo di ministri e rappresentanti di categoria. Un lavoro che parte dal ritiro del decreto “Appropriatezza” del Ministro Lorenzin.
«Una grande vittoria della competenza scientifica rispetto alla mera burocrazia per il contenimento della spesa», sottolinea il dottor Giovanni Leoni, presidente dell'Ordine dei medici veneziani. «Il nostro è un settore delicato e si deve lavorare per migliorare la situazione. Sul confronto governo-sindacati ci sono stati alcuni punti d’intesa. Uno dei primi, per rimandare lo sciopero a metà maggio, è stato il riconoscimento del ruolo centrale del medico nel sistema sanitario italiano. Nulla togliamo all’evoluzione delle altre professioni di settore, però ognuno deve continuare a fare gli atti per cui ha studiato. Ci deve essere un limite ben preciso tra medici, infermieri, tecnici di radiologia e altro ancora, evitando aree grigie tra le varie responsabilità».
Quindi il dottor Leoni aggiunge: «Il Sistema sanitario nazionale è prioritario. Il nostro è di ottima qualità ed è riconosciuto da tutti, ma dobbiamo mantenerlo. Per farlo servono scelte oculate sugli investimenti senza destabilizzare il sistema, mancando i percorsi di aggiornamento. Da qui anche il rinnovo del personale, con lo sblocco del turnover, è fondamentale. Non è con le assicurazioni che salveremo l'Italia».
Pure il problema del patto di stabilità e del blocco delle assunzioni è particolarmente sentito dalla categoria. «In Italia si formano medici con le tasche dei contribuenti, ma se i medici poi vanno all'estero per trovare lavoro, si perde un patrimonio fatto con i sacrifici dei nostri concittadini», rincara il presidente dell'Ordine veneziano. «Dare programmazione adeguata alle correlazioni tra lauree e specializzazioni è un ulteriore passo prezioso. Queste ultime sono obbligatorie, ma con posti insufficienti per il numero di neolaureati, per tanta gente il percorso di studi è monco. Con la laurea in medicina non ti puoi riciclare in altri settori. Attendiamo poi il rinnovo del contratto collettivo, e vanno risolti i problemi della continuità assistenziale».
Simone Bianchi
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