Confermato il Patto del Todaro per la nuova Legge speciale

Nuova Legge Speciale. Più poteri al sindaco sulle acque, forme diverse di finanziamento. E il rilancio della città. Se ne parla da decenni. E la situazione di Venezia non migliora, nonostante i miliardi di euro stanziati per il Mose. Adesso una nuova spinta, sull’onda del clima bipartisan, arriva per le nuove norme della salvaguardia. Lungo summit ieri pomeriggio a Ca’ Farsetti tra il sindaco Luigi Brugnaro e una dozzina di parlamentari veneziani di tutte le forze politiche. Alla fine sorrisi e grandi progetti. È la continuazione del “Patto del Todaro”, dicono, siglato a fine novembre, nel giorno dei funerali di Valeria Solesin dal sindaco insieme ai parlamentari di Pd e Forza Italia.
«Mi pare un bel segnale, quando il sindaco chiama i parlamentari e quasi tutti rispondono», dice alla fine il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Quando era candidato sindaco, nel 2005, la sua proposta l’aveva illustrata a lungo. Ma era rimasta sulla carta. «Adesso è passata tanta acqua sotto i ponti», dice, «il Mose è quasi finito, c’è la Città metropolitana. Abbiamo un potenziale politico enorme per mandare avanti questa idea. Non possiamo limitarci alle richieste quotidiane. Prendiamo il meglio di quelle passate e andiamo avanti».
Manca solo la Regione, oggi a guida leghista, peraltro ben favorevole con Galan nel 2005 alla proposta Brunetta. «Dovremo tirare dentro anche loro», dice l’uomo di fiducia di Berlusconi, «che oggi fanno la parte del convitato di pietra, e approvare tutto in tempi brevissimi».
Andrea Martella (Pd) spiega che per approvare una nuova Legge Speciale bisogna partire dalla sua proposta di far gestire il Mose alla Città metropolitana. «Su quella proposta c’è l’accordo anche del governo». «Non solo il Mose», aggiunge Brugnaro, «ma anche i poteri di Venezia sulle sue acque, la Città metropolitana, dalle montagne al mare, che prenda il posto del Magistrato alle Acque». E poi, le risorse. Al sindaco non è andato giù il fatto che il governo abbia stanziato fondi per Milano che ha organizzato l’Expo 2015 e adesso per Roma che si prepara alle Olimpiadi. «A noi soltanto l’elemosina», si scalda Brugnaro, «eppure noi abbiamo ogni anno i visitatori che l’Expo ha fatto nel 2015».
La prima richiesta al governo, ribadisce il sindaco, sarà comunque quella di avere uno sconto sulle sanzioni per lo sforamento del Patto di Stabilità. «Anche perché noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto», continua Brugnaro, «e abbiamo ridotto le previsioni di sforamento per il 2016 da 30 a 17 milioni di euro. E all’inizio erano 60...».
Lo “sconto” che il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta (Pd) e il viceministro Enrico Zanetti (Scelta civica), ieri presenti alla riunione, hanno promesso di appoggiare. Ma di richieste e dettagli finanziari non si è parlato molto. «Qui ci si divide» avverte Brunetta. Quel che sembra certo è che la base parlamentare condivisa per portare avanti la nuova Legge Speciale sia quella della Camera, sottoscritta da Martella.
Un’evidente sterzata che mette in secondo piano il progetto di nuova Legge Speciale adesso in discussione al Senato, cioè la proposta firmata da Felice Casson, senatore veneziano e candidato sindaco sconfitto da Brugnaro, ieri assente. C’erano tra gli atri Michele Mognato e Delia Murer (Pd), Mario Dalla Tor (Ncd), Emanuele Prataviera (Lega), Marco Da Villa (M5S), Brunetta (Forza Italia). Non è il primo vertice convocato da Brugnaro sull’emergenza Venezia. Ma ieri l’accordo è stato formalmente siglato. La nuova Legge Speciale, hanno promesso a una voce Brunetta, Martella e Brugnaro, «sarà approvata al più presto».
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