Confermata la pena a Fabio Gaiatto per la truffa Venice: 10 anni. Ma dei 23 milioni nessuna traccia

La Cassazione ha respinto l’ultimo tentativo della difesa dell’ex portiere d’albero notturno diventato esperto finanziario “di successo” con migliaia di clienti rimasti senza niente. Tra loro anche criminali

Ilaria Purassanta
Fabio Gaiatto oggi, scortato in carcere dalla Polizia penitenziaria e la stessa persona nel 2015 quando gestiva decine di milioni di risparmi poi scomparsi
Fabio Gaiatto oggi, scortato in carcere dalla Polizia penitenziaria e la stessa persona nel 2015 quando gestiva decine di milioni di risparmi poi scomparsi

PORTOGRUARO. La sentenza di condanna dell’ex trader portogruarese Fabio Gaiatto per la maxitruffa Venice è diventata definitiva. La Cassazione ha rigettato, dopo averlo però esaminato nel merito, il ricorso depositato dall’avvocato Guido Galletti che assiste Gaiatto.
La procura generale, invece, aveva concluso il suo amplissimo parere con la richiesta di inammissibilità. I giudici non sono stati dello stesso avviso e hanno valutato con attenzione i motivi di ricorso.

La difesa ora attende le motivazioni della Suprema corte prima di valutare le prossime mosse.
Gaiatto è in carcere dal 11 settembre 2018. A coordinare la complessa indagine, con più di mille parti civili, il procuratore Raffaele Tito e il pm Monica Carraturo.

Al centro dell’inchiesta la Venice forex investment, con sede legale a Capodistria e succursale a Portogruaro, che prometteva fantomatici profitti del 10% su base trimestrale con investimenti nel mercato valutario del foreign exchange.

In centinaia si lasciarono irretire. Ai risparmiatori veniva fornita un’applicazione per consultare la crescita dei propri introiti sul cellulare. Ma i dati inseriti nella app erano fasulli e i soldi non venivano investiti nel mercato del Forex.


La procura ha scoperto che si trattava di un classico schema Ponzi: ai clienti venivano distribuiti i soldi investiti da altri, spacciandoli per rendimenti. A un certo punto il sistema è saltato. Circa 23 milioni di euro di risparmi sono andati in fumo.

Le 927 parti civili rimaste hanno incassato finora 169 euro a testa. Il compendio immobiliare del valore di 4 milioni di euro è stato sottoposto prima a sequestro preventivo e poi confiscato. Dei milioni di euro investiti non è stata invece trovata traccia, nonostante le strenue ricerche degli inquirenti.
La procura ha ricostruito la galassia di società Venice, ricondotte a Gaiatto, e la rete di procacciatori di clienti. Una tranche del processo a sei coimputati dell’ex trader è ancora in piedi dinanzi al tribunale collegiale di Pordenone. Altri dieci imputati, compresa la compagna di Gaiatto, invece hanno scelto la strada del patteggiamento.
Gaiatto è stato condannato per associazione per delinquere, truffa aggravata, abusivismo bancario e finanziario, autoriciclaggio. In primo grado, con rito abbreviato, il 3 luglio 2019, l’allora gup Eugenio Pergola aveva inflitto all’ex trader 15 anni e 4 mesi e 36 mila euro di multa.
La sentenza era stata parzialmente riformata dalla Corte d’Appello il 10 settembre 2020: con il riconoscimento del vincolo di continuazione fra tutti i reati –la pena era stata rideterminata in 10 anni e 20 mila euro di multa. Erano state confermate le statuizioni civili e la confisca dei beni. —
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