Conetta diventa “ambasciatrice” in Africa
Immigrazione, il sindaco Panfilio lancia un programma di cooperazione con l’area subsahariana
CONA. «È diventato comunista». Qualcuno lo dice scherzando, qualcun altro sembra pensarlo davvero. Anche perché, da quando esiste il centro di prima accoglienza di Conetta, l’impegno del sindaco, Alberto Panfilio, volto, come dice un documento ufficiale, a «sviluppare il senso civico della cittadinanza e rassicurare gli animi rispetto all’ansia derivante dalla presenza di persone estranee» non è stato compreso e apprezzato da tutti. Oggi, poi, che l’amministrazione ha deciso di sostenere un programma di cooperazione decentrata con l’Africa subsahariana, in collaborazione con Ong e soggetti istituzionali, questo sindaco sembra ancor più “marziano”.
Cosa potrà mai fare Cona, in questo ambito? «Noi abbiamo fatto il contenitore», risponde Panfilio, «per i contenuti abbiamo bisogno dell’aiuto di altri, ma io qualche idea ce l’ho». Il contenitore è un atto di indirizzo della giunta che sarà proposto all’approvazione del consiglio comunale. Prende spunto dalla nota situazione di Conetta: 1.300 richiedenti asilo in una frazione di 190 abitanti di un Comune di 2.900, con conseguenti «preoccupazioni e ansie nel locale contesto sociale, anche se la popolazione ha pragmaticamente dimostrato di aderire a princìpi di solidarietà umana e di disponibilità all’accoglienza». Una situazione che dura da due anni e che ha portato «ad una consapevolezza più profonda sul tema della migrazione e sulle cause che portano una persona ad abbandonare il proprio Paese».
Ora, però, «nell’ottica della prevenzione dei rischi sociali derivabili da una massiccia e non controllabile presenza d’immigrati, quella che era inizialmente considerata una mera minaccia per il Comune può divenire un’opportunità di crescita sociale attraverso la promozione di iniziative umanitarie nei confronti degli Stati dell’Africa subsahariana, dai quali proviene la gran parte dell’umanità ospitata nella base di Conetta».
E qui il Comune si ritaglia il ruolo di «soggetto referente e coordinatore di iniziative coinvolgenti autorità territoriali e governative, associazionismo del terzo settore, organizzazioni non governative, allo scopo di agire proattivamente sulle cause dei flussi migratori degli ultimi anni».
L’idea di fondo è favorire rapporti economici tra realtà locali di qua e di là del Mediterraneo, non programmi “statalisti” ma, appunto, decentrati, basati sulla considerazione che «l’Africa subsahariana è la più importante e geograficamente più vicina fonte di materie prime strategiche e di risorse energetiche per la Regione Veneto».
Panfilio ha già individuato tutta la normativa di riferimento (europea, nazionale e regionale) di supporto al progetto e sta preparando un incontro, prima o dopo la pausa estiva, con operatori del settore.
«Organizzeremo periodicamente una conferenza sulla cooperazione internazionale. Il problema migranti, paradossalmente, ha reso presente il nostro Comune all’attenzione degli enti superiori e, all’estero, Cona è quasi sinonimo di Venezia: le opportunità ci sono e possiamo coglierle».
Diego Degan
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