Condannato il padre che spacciava col figlio

Martellago. Tre anni e dieci mesi all’uomo che gestiva un bazar della droga in casa. Il giovane nega
MARTELLAGO. Papà spacciatore condannato a tre anni e dieci mesi con rito abbreviato per detenzione di stupefacente ai fini dello spaccio. Lo ha deciso il gip Gilberto Stigliano Messuti nell’udienza che è stata celebrata ieri mattina in tribunale a piazzale Roma. Il pubblico ministero Fabrizio Celenza aveva chiesto per l’uomo, difeso dall’avvocato Marco Tiffi, la condanna a tre anni e due mesi con l’aggravante di condurre l’attività assieme a un minorenne, ovvero il figlio. Proprio per non rendere riconoscibile il giovane, omettiamo le generalità anche del padre. A carico del ragazzo, che è stato denunciato, è in corso un’inchiesta parallela seguita dal tribunale dei minorenni. Diversi gli elementi che, nel corso delle indagini, gli investigatori sono riusciti a raccogliere in merito al traffico di stupefacente orchestrato da padre e figlio, oltre che sui canali di approvigionamento della droga che poi veniva confezionata e spacciata.


Il blitz era scattato a metà gennaio da parte dei carabinieri di Martellago nell’abitazione della famiglia, nella zona della Riviera del Brenta. Proprio la Riviera e la zona della Castellana, a Martellago, erano le piazze a cui era destinato lo stupefacente. I carabinieri avevano prima tenuto sotto controllo la macchina del padre. Poi lo avevano individuato in compagnia di due giovani, noti tossicodipendenti della zona. In quell’occasione avevano trovato 40 grammi di cocaina suddivisa in sette involucri e una somma di denaro, frutto dello spaccio.


A casa dell’uomo, la vera sorpresa per i militari: il figlio minorenne era impegnato a confezionare le dosi di droga. Cocaina, hashish, marijuana, l’immancabile bilancino, le bustine, il trita-foglie: tutto il necessario, insomma, per accontentare le richieste dei clienti, in particolare giovani residenti in zona. L’offerta era variegata e il mercato florido.


L’adulto, già conosciuto dalle forze dell’ordine, era stato arrestato e portato in carcere a Santa Maria Maggiore. Per il figlio, invece, era scattata a suo tempo la denuncia e la segnalazione al tribunale competente per gli under 18. Dal canto suo, il minorenne ha sempre negato di essere coinvolto nell’attività paterna di confezionamento e spaccio dello stupefacente. Le indagini da parte dei carabinieri proseguono.


Rubina Bon


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