Condannato a 2 anni per calunnia

Imprenditore aveva accusato ingiustamente un gioielliere di usura

JESOLO. Aveva accusato un gioielliere per usura, si è ritrovato condannato per calunnia. Protagonista della vicenda che si è conclusa ieri in tribunale è stato l’imprenditore Giuseppe Polo Pardise, 66 anni di Jesolo, ex titolare dell’hotel “Aldebaran” sul litorale. La giudice del tribunale monocratico Savina Caruso ha condannato l’imprenditore, difeso dall’avvocato Daniel Polo Pardise, a due anni e al pagamento delle spese. Disposto un risarcimento di 10 mila euro alla parte civile e al pagamento delle spese legali quantificate in 3.450 euro.

Per l’imprenditore, il pubblico ministero Massimo Michelozzi aveva chiesto una condanna a tre anni. La giudice Savina Caruso si è presa 60 giorni per il deposito della sentenza con le motivazioni.

La vicenda, avvenuta nel 2011 a San Donà, ha origine da un prestito di soldi - alcune migliaia di euro - che Giuseppe Polo Pardise aveva chiesto al gioielliere jesolano che conosceva già in precedenza. Stando alle accuse mosse dalla Procura veneziana, l’imprenditore avrebbe poi incolpato falsamente di usura, attraverso una denuncia presentata alla Procura veneziana nel 2011, il gioielliere che gli aveva prestato i soldi e che, secondo Polo Pardise, glieli avrebbe richiesti indietro con interessi stratosferici (6.000 euro prestati, 10.000 euro chiesti indietro). Se così fosse stato, si sarebbe potuto profilare il reato di usura. Ma la denuncia era stata archiviata nel 2012.

E anche nell’ambito del procedimento civile di opposizione al decreto ingiuntivo del 2011, rigettato nel 2013, Polo Pardise stando alle accuse avrebbe sostenuto di essere stato vittima di usura, incolpando il gioielliere di usura pur sapendolo innocente. La giudice ha accolto la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero, pur riducendo la pena. (ru.b.)

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