«Condannate Keke Pan a 7 anni e multatelo di 433 mila euro»
MESTRE. Sette anni e 4 mesi di reclusione e 433 mila euro di multa: è la richiesta di condanna che i pubblici ministeri Roberto Terzo e Walter Ignazittto hanno avanzato ieri per Luca Keke Pan , il “re di via Piave”, agli arresti dal dicembre 2012 con l’accusa di aver organizzato un giro di prostituzione in centri massaggio orientali e un mercato nero di permessi di soggiorno per stranieri di diverse nazionalità, ai quali procacciava false residenze e contratti.
Le accuse, codice alla mano: associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, falsa perizia e intestazione fittizia di beni immobili, mobili e società. Il processo è in corso davanti al giudice delle udienze preliminari Massimo Vicinanza, con rito abbreviato e, dunque, garantendo agli imputati lo sconto di un terzo della pena, in cambio di un processo più lesto, sugli atti a fascicolo.
I pubblici ministeri hanno avanzato altre richieste di condanna pesanti: così per i 6 anni di reclusione e, sempre, i 433 mila euro di multa ciascuno per la madre e lo “zio” di Keke Pan, Li Lianqin e Wu Jiasheng, considerati i complici più vicini al giovane cinese. E, ancora, 4 anni e 5 mesi e 286mila euro di multa per Massimiliano Salinetti e (collaboratore mestrino dell’imprenditore in nero cinese), 2 anni e 4 mesi per Michela Benedetta Soldato, dipendente di uno studio di consulenza di San Donà.
La sentenza è attesa per marzo, con le decisioni del giudice anche per gli altri imputati, parte dei quali ha trovato l’intesa con la procura per il patteggiamento, parte decisa ad andare a difendersi davanti al Tribunale, qualora non fosse accolta la richiesta di proscioglimento, ma si andasse al rinvio a giudizio.
L’inchiesta è quella che - dopo un anno di infiltrazione nell’organizzazione da parte di un finanziere sotto copertura, riuscito a diventare il braccio destro di Luca Keke Pan - ha fatto finire agli arresti 14 persone e ne ha indagate oltre cinquanta.
Nei giorni scorsi, il Comune ha siglato una convenzione con il Tribunale, affittando per 120 mila euro l’anno 40 appartamenti dell’impero del “re di via Piave”, valutati dall’Agenzia per le entrate 12 milioni di euro. Così, nell’ex centro massaggi al civico 145, andrà la protezione sociale, altri immobili saranno assegnati per l'utilizzo pubblico sulla base di progetti che saranno assegnati velocemente attraverso dei bandi, come ha prospettato il vicesindaco Sandro Simionato.
Padri separati, studenti universitari, cooperative sociali che si occupano di emergenza abitativa si sono già fatti avanti per occupare, ad affitto zero, gli spazi. Il Comune ha un’intesa per 5 anni, quando gli alloggi potrebbero essere confiscati.
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