Condanna per peculato, preside sospesa

L’Ufficio regionale ha sostituito la dirigente Bertin del Luzzatti-Gramsci con Di Francia, già capo del polo tecnico a Venezia
Di Francesco Furlan
incontro presidi e istituzioni scolastiche BARBARA BERTIN (preside Edison - Volta)
incontro presidi e istituzioni scolastiche BARBARA BERTIN (preside Edison - Volta)

Dopo la condanna per peculato è arrivata la sospensione: anche se sul sito Internet della scuola ci sono ancora la sua foto e il suo curriculum, Barbara Bertin, 53 anni, da alcuni giorni non è più la dirigente scolastica della scuola Luzzatti-Gramsci della Gazzera. Al suo posto l’Ufficio scolastico regionale (Usr) su proposta di quello provinciale ha nominato come dirigente scolastico reggente Bruno Di Francia, già preside del Polo tecnico professionale del centro storico, che comprende le scuole Fermi, Corner e Cini-Venier. Barbara Bertin, professoressa di lingua inglese, è dirigente scolastica dal 2007, dal 2009 al Luzzatti.

Il provvedimento di sospensione cautelare dall’incarico di dirigente scolastica è successiva alla condanna a 2 anni e 8 mesi della Bertin per il reato di peculato, che si verifica quando un pubblico ufficiale «avendo per ragioni del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria». Nel caso in questione la preside sospesa è stata ritenuta colpevole di essersi appropriata di un’auto - una piccola Citroen nella disponibilità dell’istituto scolastico per il trasporto di materiali da una sede all’altra - usandola per scopi ritenuti privati, come il viaggio da casa, a Venezia, al lavoro, nel suo ufficio di via Asseggiano, e per un paio di viaggi fuori regione.

Un’inchiesta avviata da una segnalazione anonima, una lettera, documentata, arrivata oltre un anno fa sulla scrivania del pubblico ministero Stefano Buccini, nella quale si accusava la preside di usare l’auto come se fosse di sua proprietà, utilizzandola per tutti gli spostamenti personali, e lasciandola parcheggiata, quando era a casa, nel suo posto auto all’isola del Tronchetto. Dopo la segnalazione anonima, il pubblico ministero ha deciso di approfondire la questione, delegando alla polizia giudiziaria le verifiche investigative, avvenute tra l’autunno del 2012 e lo scorso gennaio.

Un periodo sufficiente per accertare, anche grazie all’utilizzo di un sistema gps, che la segnalazione dell’esposto - secondo l’accusa - era fondata. Nel corso del processo, con rito abbreviato, la preside, difesa dall’avvocato Alberto Checchetto, ha sostenuto che, essendo a capo del più numeroso istituto della città, e lavorando fino a tarda sera, non aveva altro mezzo per tornare nella sua abitazione. Una motivazione che non ha convinto il giudice per le indagini preliminari, Alberto Scaramuzza, che l’ha condannata a 2 anni e 8 mesi (grazie allo sconto di un terzo della pena garantito dal rito abbreviato). Una decisione contro la quale sarà presentato appello. Dopo la condanna in primo grado e in attesa di una sentenza che passi in giudicato, l’ufficio scolastico regionale ha, come da regolamento, sospeso la Bertin, sostituendola con Bruno Di Francia. Un nome proposto dall’ufficio scolastico provinciale, che ha individuato in Di Francia la persona giusta per il ruolo di reggenza, un incarico che di sicuro ricoprirà fino alla fine dell’anno scolastico.

Di Francia, 65 anni, preside in centro storico, è stato scelto anche perché aveva già lavorato al Luzzatti (scuola che comprende anche il Gramsci e il Volta) negli anni scolastici 2004-2005 e 2008-2009 e quindi conosce già l’istituto e una parte dei professori. Di Francia spiega che «con la buona volontà si riesce a fare tutto» ma per molti professori la mole di lavoro, con cento classi e 2.500 studenti da gestire, rischia di compromettere il buon funzionamento della scuola.

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