Condanna per bancarotta nel passato del “regista”

STRA. Sul red carpet della Croisette c’era anche lui quando la giuria di Cannes ha premiato il film italiano di Matteo Garrone “Gomorra”, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano. E, sfruttando quell’apparizione, Massimo Emilio Gobbi, 54enne di Stra, aveva messo in piedi una società di produzione cinematografica che avrebbe dovuto realizzare a Montegrotto Terme il film “Camorra Live Show”. Invece, proprio due giorni fa, il giudice monocratico di Padova lo ha condannato a nove mesi e dieci giorni: stando all’accusa avrebbe ideato una vera e proproi truffa, aveva raccolto quote di partecipazione alla produzione del film tra i 13 e i 15 mila euro, raggirando chi gli aveva creduto. Si tratta di sei persone residenti tra Padova, Verona e Torino. Oltre a suddividersi i ricavi sui diritti della pellicola, i soci avrebbero anche avuto una parte tra il cast del film.
Massimo Gobbi in “Gomorra” interpretava una parte che gli si attagliava quasi alla perfezione, un industriale del Nord che per smaltire sottocosto i rifiuti tossici aveva bisogno della camorra napoletana. Ma Gobbi, poco dopo l’uscita nella sale del film, aveva minacciato la Fandango, la casa produttrice, di trascinarla in giudizio se non gli fossero stati pagati ben 15 milioni di euro. Il suo legale, l'avvocato udinese Roberti Cianci, aveva inviato una lettera in cui ammoniva i produttori dei film a liquidare Gobbi, che per la sua partecipazione alla pellicola sosteneva di aver percepito soltanto 102 euro. Nella vita reale Gobbi è stato davvero un imprenditore, tra l'altro anche impegnato in politica visto che ha fondato il movimento «Il Kennedy italiano» vicino a Forza Italia e più volte si era fatto fotografare accanto a Silvio Berlusconi, ma è anche incorso in più di un guaio giudiziario, riuscendo addirittura a farsi condannare per bancarotta della Mary Lorens di Dolo, un’azienda di pellami, a sei anni e quattro mesi di reclusione dal Tribunale di Venezia (in seguito la Corte d'Appello gli ha fatto un piccolo sconto).
Nel film, l'ex imprenditore incontra e tratta con Toni Servillo, incaricato dalle famiglie della camorra di contattare gli imprenditori del Nord per proporre i suoi servigi nello smaltimento abusivo in Campania dei rifiuti tossici. A chi ha visto “Gomorra” è rimasta impressa quella breve apparizione: con accento veneto Gobbi si raccomanda all'emissario dell'organizzazione criminale di mettere in atto un'operazione pulita. «Come dicono gli americani», ripete durante la scena, «deve essere un'operazione clean». Nella finzione gli era andata bene, mentre per la seconda volta nella realtà si è trovato davanti a un giudice.
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