Conclave, l’omelia di Scola: «Annunciare la Fede in questi tempi grami»

L’ex patriarca di Venezia entra in conclava da favorito. Nell’ultima messa prima dell’«erga omnes» ha pregato per l’arrivo di un «Pastore Santo»
Italian cardinal and Milan archbishop, Angelo Scola, leads a mass at the Santi Apostoli church (the Church of the Twelve Holy Apostles) in Rome, Italy, 10 March 2013. ANSA/CLAUDIO PERI
Italian cardinal and Milan archbishop, Angelo Scola, leads a mass at the Santi Apostoli church (the Church of the Twelve Holy Apostles) in Rome, Italy, 10 March 2013. ANSA/CLAUDIO PERI

VENEZIA. I cardinali hanno dedicato la pausa domenicale a celebrare la messa nelle chiese romane delle quali sono titolari, che in questo periodo di Sede Vacante sono frequentate oltre che dai fedeli anche dai giornalisti che sperano di raccogliere qualche notizia inedita sul Conclave che inizia martedì pomeriggio. Nelle omelie tutti gli elettori hanno trattato il tema del perdono, proposto dalla liturgia odierna con la Parabola del Figliol Prodigo.

La missione della Chiesa è «annunciare sempre la misericordia di Dio, anche all’uomo sofisticato e smarrito del nuovo millennio, anche in questi tempi grami», ha ricordato nella Basilica dei Santi Apostoli il cardinale di Milano, Angelo Scola, considerato super-favorito nella successione a Benedetto XVI che lo ha prescelto trasferendolo nel 2011 dal Patriarcato di Venezia (sede di provenienza di Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I) all’Arcidiocesi di Milano (da dove arrivarono Pio XI e Paolo VI). «Preghiamo perché lo Spirito Santo offra alla sua Chiesa l’uomo che possa condurla sulle orme segnate dai grandi Pontefici del recente passato. Signore, donaci un pastore santo», ha poi invocato il porporato 71enne che, secondo convergenti indiscrezioni, nell’Aula del Sinodo avrebbe ricordato nei giorni scorsi a tutti i cardinali che la Costituzione Universi Dominici gregis proibisce qualunque tipo di accordo pre Conclave, del tipo di quelli immaginati da alcuni media (che lo danno come papabile) con promesse di incarichi dopo l’elezione.

Alla figura del Buon Pastore, «per il quale ogni pecora è preziosa», si è riferito anche il cardinale Sean O'Malley, arcivescovo 68enne di Boston che secondo alcuni è oggi al numero due nella lista dei papabili. Il porporato, già missionario cappuccino nell’Isola di Pasqua e poi responsabile dell’accoglienza pastorale dei latinos a Washington, ha lanciato un forte appello all’unità evocando la figura del fratello del Figliol Prodigo, figura molto imitata nella Chiesa di oggi: «attenti a dire io sono giusto e tu no», ha ammonito. Ai fedeli e ai giornalisti che gremivano la bella chiesa di Santa Maria della Vittoria in via XX Settembre, ha assicurato che a Conclave concluso desidera ritornare a Boston, per riprendere possesso della piccola stanza dove abita, presso il seminario diocesano, dopo aver venduto l’episcopio per indennizzare, con un gesto davvero profetico, le vittime dei preti pedofili. «Tutti abbiamo da chiedere perdono Gesù non è venuto per i giusti ma per i peccatori», ha detto anche il cardinale di San Paolo del Brasile, Odilo Sherer, nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, ricordando che «anche ai Farisei che facevano tutto secondo la legge, sentendosi così nel giusto, mancava invece qualcosa, mancava la misericordia, la comprensione. Questo - ha spiegato il porporato 63enne, che gode di grande stima in Curia dove ha prestato a lungo il suo servizio alla Congregazione dei vescovi - è ciò che vuole Dio, la conversione del cuore».

«La Chiesa ha bisogno di un Papa vicino a Dio e agli uomini, spirituale, capace della responsabilità di guidare con vera Carità la Chiesa», ha twittato il gesuita Giovanni Lamanna, direttore del Centro Astalli, dopo aver concelebrato con Sherer a san Andrea al Quirinale: «il cardinale Scherer è un vero testimone, è stato molto bello», ha confidato il religioso. «Ora è il tempo opportuno. Ora dobbiamo alzarci, levare il nostro capo e, se non troviamo la via che conduce a casa, allora dobbiamo chiedere agli antichi quale era la strada buona, quale il sentiero che porta dalla prigionia verso la casa unica e vera», ha rilevato infine il primate ungherese e presidente dei vescovi europei Peter Erdo, che ha celebrato a Santa Balbina all’Aventino. Per il 61enne arcivescovo di Budapest, «la parabola del figliol prodigo non ha bisogno di spiegazioni: consideriamo la vita come nostra eredità e vogliamo fare con essa liberamente quello che ci piace, ma poi arriva il momento in cui dobbiamo rivolgerci a Dio. Non sarà facile ritornare, ma possiamo essere sicuri: quello che abbiamo lasciato a casa, quello da cui ci siamo emancipati, ci aspetta anche oggi con le braccia aperte. Non è soltanto che ci accetti di nuovo come figli, ma Egli fa una festa per noi. E fa mettere un anello al nostro dito e un paio di calzari ai nostri piedi»

«I cardinali - ha osservato da parte sua il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - hanno deciso a larghissima maggioranza la data del Conclave per martedì prossimo e si sentono quindi pronti per affrontare il passo decisivo dell’elezione del nuovo Papa. Le riflessioni in comune nelle Congregazioni, le informazioni scambiate fra loro, i dialoghi per formarsi un giudizio personale e responsabile sulle persone più adatte per il grande compito sono quindi ormai arrivati a un primo stadio di maturazione. Da martedì il discernimento diventerà ancora più impegnativo, perché con gli scrutini si affronterà in certo senso la misura «del consenso che si potrà raggiungere su alcune persone concrete. E si andrà avanti fino alla scelta». Ai microfoni di Radio Vaticana, padre Lombardi ha voluto anche rendere omaggio al Papa Emerito, «colui che con la sua straordinaria rinuncia ha condotto i cardinali a varcare ancora una volta la soglia della Sistina per discernere davanti alla storia a quali mani affidare le chiavi» e che oggi «è con tutti noi, silenziosamente ma più profondamente e consapevolmente di tutti noi, in preghiera per il nuovo Pastore Universale».

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