Concessioni spiagge, torna la proroga fino al 2020
JESOLO. Da Roma alla costa veneziana e a tutte le spiagge italiane è arrivata finalmente una bella notizia: in attesa delle riforma delle concessioni balneari, quelle in essere continueranno e saranno prolungate fino al 2020, ovvero la data della loro scadenza. È il contenuto dell’emendamento al decreto sugli Enti Locali, presentato dal relatore Antonio Misiani (Pd) e approvato dalla Commissione Bilancio della Camera. I balneari veneti sono imprenditori pragmatici e quindi guardano al fatto che è ancora un emendamento, ma sicuramente ha recepito le istanze della categoria e ormai si tratterà solo di tempo per avere tutto il quadro completo.
«Intanto», dice il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli, «ringraziamo il relatore e i firmatari perché hanno saputo capire quello che i balneari e Confturismo Veneto avevano chiesto fin dall’inizio, indicano la strada da intraprendere assieme. Io credo che sia sicuramente un segnale positivo per il futuro delle concessioni e degli operatori di questo settore così importante per il turismo e l’economia del Paese».
Da Jesolo, la Federconsorzi è in prima linea fin dall’inizio di questa dura battaglia e il presidente, Renato Cattai, esulta pur con la dovuta moderazione. «Questo emendamento è un punto di partenza e non di arrivo», premette sobriamente Cattai, «certo offre una sperata boccata di ossigeno a tutta la categoria. Adesso ci aspettiamo la giusta coesione tra Governo, Regione, associazioni di categoria, operatori, perché tutti assieme e in modo coordinato dobbiamo lavorare per centrare gli obiettivi che ci siamo prefissati».
Alla fine, la politica ha capito che bisognava darsi una mossa e con questo emendamento è stata tracciata una linea da seguire da qui ai prossimi mesi e anni per non perdere un patrimonio costruito nei decenni da tante famiglie e imprese del settore. Paesi come la Spagna ci erano arrivati prima di noi, già nel 2013, gettando le basi per poter lavorare tranquillamente con proroghe trentennali e aste solo per le concessioni e spiagge non ancora assegnate. Grazie a una forte azione di lobby, i politici iberici sono riusciti a far approvare una legge specifica che inquadra una proroga molto lunga delle concessioni in essere e senza gara. L’Italia ha una peculiarità nel fatto che i 30 mila gestori di stabilimenti balneari sono per la quasi maggioranza a gestione familiare o quasi. Le gare aprirebbero il mercato a soggetti del tutto nuovi che rischierebbero di mandare all’aria anni di lavoro.
Anche la Fiba Confesercenti Veneto, con il presidente Lorenzo Vallese, è stata sempre attiva nella richiesta della proroga fino al 2020 come obiettivo primario, altalenando tutto l’inverno tra Roma e la Regione.
Legambiente è stata profondamente in disaccordo con le lamentele espresse dal settore, evidenziando che la concorrenza in ogni caso, anche nella gestione delle spiagge, apporterà dei benefici per tutti, a partire dai fruitori delle spiagge, i bagnanti. Una voce discorde che ha invitato a una riflessione sui privilegi da combattere proprio nello spirito della direttiva europea tanto odiata. La politica italiana, magari un po’ in ritardo sulle normative introdotte in Europa e sottovalutando la direttiva Bolkestein sulla concorrenza, si sta muovendo e adesso dovrà recuperare velocemente il tempo perduto, ma ci vorrà anche la volontà degli imprenditori di affrontare la nuova realtà dimenticando i privilegi del passato.
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