Concessioni demaniali, si va verso la soluzione
JESOLO. Incontro con il ministro, i balneari contano sulla soluzione del problema delle proroghe negate dalla Ue per le concessioni demaniali. E ci sono conferme sugli investimenti da preservare. Di ritorno da Carrara Fiere a Marina di Massa, dove si è svolto un importante convegno unitario di tutte le categorie produttive dei balneari alla presenza del ministro Enrico Costa e vari assessori regionali, Lorenzo Vallese, presidente di Fiba Confesercenti e Veneto Chioschi, appare rassicurato
«Importanti sono state le parole del ministro», dice Vallese, «che, dopo aver attentamente ascoltato i nostri presidenti nazionali, ha esordito dicendo che occorre riconoscere gli investimenti effettuati per creare le imprese. Un principio dal quale il governo non intende retrocedere, un dovere dello Stato per un settore che pesa il 60% del Pil turistico italiano, la storia delle 30.000 imprese balneari italiane.
«Ricordiamo che già il ministro», ricorda Vallese, «aveva ricevuto il 17 febbraio in occasione della manifestazione nazionale dei balneari a Roma i rappresentanti delle categorie promettendo di aprire un tavolo permanente in difesa delle imprese balneari con i presidenti, il sottosegretario, Pierpaolo Baretta, e Sandro Gozi, che saranno a breve incontrati al fine di trovare una soluzione il più possibile condivisa. Lo stesso Baretta ha detto che c’è la volontà di tutelare le imprese balneari, di tutelare tutti coloro hanno lavorato ed investito sul Demanio, riconoscendo loro il valore della loro azienda e che una riforma deve essere fatta in tempi brevi.
«Speriamo veramente sia la volta buona», conclude, «le Regioni sono compatte al nostro fianco anche in modo ufficiale avendo sottoscritto un documento che ricalca le nostre richieste, lo Stato sembra aver capito la drammatica situazione nostra e dei nostri fornitori che da 6 anni viviamo. Ora è importante essere uniti come non mai, siamo forse vicini al nostro obiettivo che vuole tutelare solamente il nostro lavoro, non chiediamo nulla di più». (g.ca.)
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