Concessioni demaniali chioschisti lunedì a Roma

Jesolo. Il presidente Vallese: «La sentenza del Tar toscano rinforza la nostra tesi» Nel mirino la direttiva Bolkestein. «Le Regioni si uniscano a difesa del turismo»

JESOLO. Gli immobili costruiti sulla spiaggia da un imprenditore sono di sua proprietà e non del Demanio. A sancirlo è stata una sentenza del Tar della Toscana in relazione al ricorso di un concessionario contro il Comune dell’Isola del Giglio. Potrebbe essere uno nuovo strumento fondamentale da usare nella battaglia che i concessionari hanno intrapreso contro la direttiva Bolkestein. L’annuncio è del presidente della Fiba Confesercenti Veneto e di Veneto Chioschi, Lorenzo Vallese.  A Jesolo sono una cinquantina i chioschi sulla spiaggia che temono le conseguenze della liberalizzazione europea che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno.

«Questa definizione del Tar», spiega, «mette dei punti fermi sull’annosa questione innanzitutto spronando il Governo a trovare una soluzione dopo 6 anni di continui rinvii, che hanno portato il settore del turismo, prima industria italiana, al collasso, affossata oltretutto da una burocrazia schiacciante.  Vogliamo regole chiare che possano portare le 30.000 piccole imprese balneari italiane ad avere certezze», aggiunge, «non possiamo credere che una normativa europea rischi di spazzare via la storia della nazione più balneare al mondo, magari consegnando le nostre imprese a le multinazionali che cancellerebbero le tipicità e le particolarità che ci contraddistinguono. Grazie a questa sentenza quindi cade il diritto del Demanio di incamerare strutture create dai privati e di mettere a bando le nostre attività senza riconoscere nessun diritto al concessionario che con il suo lavoro ha creato la struttura e l'impresa».

  Lo Stato, dunque, non potrebbe mandare a evidenza pubblica manufatti e considerarli come propri.  Il pronunciamento del Tar rende anche incostituzionale l’articolo 49 del Codice della navigazione secondo il quale lo Stato può espropriare uno stabilimento balneare senza indennizzo. «Il Governo non ha più alibi», conclude, «deve redigere un documento che salvi le imprese balneari in accordo con le associazioni di categoria tenendo conto del diritto di proprietà dei manufatti realizzati dai concessionari rispettando le leggi e con tutte le autorizzazioni necessarie. Sembra che l’esecutivo stia predisponendo una bozza di decreto, come confermatoci dall’incontro con il sottosegretario Baretta, che sarà entro qualche mese presentato ai sindacati balneari.  Inoltre chiediamo che tutte le Regioni si uniscano a questa battaglia in difesa del turismo con un documento unitario già dal prossimo tavolo di confronto in programma lunedì a Roma».

Giovanni Cagnassi

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