«Concessioni, bene il modello spagnolo»

Gli operatori turistici invitano il Governo a seguire l’esempio: durata ventennale e riconoscimento degli investimenti
Di Giovanni Cagnassi
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - GENTE AL MARE IN ZONA PIAZZA MILANO
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - GENTE AL MARE IN ZONA PIAZZA MILANO

JESOLO. Sentenza della Corte Europea, i balneari di nuovo sulla graticola. L’ordine di scuderia è però quello di non perdere la calma, perché almeno questa e la prossima estate dovrebbero essere salve. La spada di Damocle pende però sul loro capo e non si può continuare così. Nei giorni scorsi si sono trovati i presidenti di due categorie e territori diversi che saranno investiti dalla novità delle liberalizzazione e delle gare. Da una parte, l’associazione jesolana albergatori di Alessandro Rizzante, dall’altra il presidente di Assocamping a Cavallino Treporti, Armando Ballarin.

«La situazione non deve far perdere il controllo. Riteniamo che la strada della Spagna, mossasi per tempo, sia quella da intraprendere, con concessioni ventennali che tengano conto del lavoro e degli investimenti fatti». La sentenza travolgerà i diritti consolidati di decine e decine di campeggi su terreno demaniale, chioschi, 130 mila ombrelloni solo sulla costa veneziana. Il presidente di Federconsorzi Jesolo, Renato Cattai chiede l’impegno di operatori e politici, Regione e Governo, per avere almeno la proroga garantita da una normativa ponte.

Jesolo, capoluogo in pectore della costa veneziana, è la città in cui più si discute della questione. Gianfranco Ambrosin, uomo della notte che ha gestito locali in tutta la costa veneziana da Jesolo a Lignano, è tranciante: «Possiamo discutere, ed è giusto, della Bolkestein, nessuno vuole l’ingresso di mafie o soggetti incapaci nella gestione, ma certo ricordiamo che nasce per eliminare privilegi che ci sono stati».

In Consiglio comunale a Jesolo l’argomento è in primo piano. «La sentenza della Corte di giustizia europea», dice Christofer De Zotti, insieme consigliere e gestore di un chiosco allo stabilimento Manzoni, «era largamente attesa dagli operatori del settore e non deve portarci ad avere paura, ma un atteggiamento di attenzione per non perdere nemmeno un’azienda jesolana a causa di una norma distante anni luce dagli interessi italiani. È bene che tutto il sistema Jesolo abbia ben chiaro che chi opera sulla spiaggia e ha una concessione o un’autorizzazione contribuisce in maniera fondamentale non solo a dare un altissimo livello di servizio e accoglienza ai nostri turisti, ma anche crea lavoro, ricchezza, tasse e indotto nel nostro territorio. Inoltre molti servizi quali i bagni, le docce, il salvataggio, l’animazione sono garantiti dai concessionari».

«Attendiamo i prossimi provvedimenti del governo», conclude, «ma sembra che anche la stagione 2017 sia salva. E valutiamo positivamente le aperture della sentenza rispetto agli investimenti passati e alla tutela di chi al momento dell’acquisto di un’azienda balneare aveva in vigore il rinnovo automatico. Al governo chiediamo un periodo transitorio per prepararci alle gare, il riconoscimento degli investimenti, dell’avviamento aziendale e dell’esperienza nel settore».

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