Concentrazione e tecnica Anna, che in poche mosse risolve il cubo di Rubik «È una sfida a me stessa»

il personaggio
Il cubo di Rubik come allenamento per la mente e stimolo per viaggiare. Anna Battistini, 17 anni, studentessa al liceo Veronese in Scienze applicate, allo svago su Facebook e Instagram preferisce il rompicapo inventato da Rubik nel 1974. Un passatempo a cui si è avvicinata per caso nel 2015 e che nel 2018 l’ha portata sul podio dell’Italian Championship a Roma con il maxi cubo, 6x6. Una passione nata da un regalo di Natale. «Mi sono incuriosita al mondo dei cubi dopo aver visto un video in cui un ragazzo lo risolveva velocemente», spiega Anna, «Ho chiesto ai miei genitori di regalarmelo per Natale. Era il 2015 e avevo 12 anni. Da lì sono iniziati i tentativi, la visione dei tutorial, le prove da sola. Dopo un paio di giorni già riuscivo a risolverlo da sola e il primo obiettivo era centrato. Poi per un mese non l’ho più toccato. Quando l’ho ripreso in mano, ho iniziato a imparare gli algoritmi necessari per risolvere il cubo a seconda dei casi, senza più guardare video. A quel tempo usavo solo il cubo classico, il 3x3».
La passione però cresce e Anna inizia a conoscere tutto il mondo dello “speedcubing”, scoprendo che esistono altri cubi: il 2x2, il 4x4, il 5x5, il 6x6, il 7x7, e che vengono organizzate gare, nel mondo e in Italia. Nei campionati si risolve il cubo a due mani, a una mano, bendati. «Ho comprato altri cubi», spiega Anna, «Mi sono cimentata, ma non mi ero mai cronometrata finché ho scoperto che una ragazza nella mia scuola lo risolveva in meno di un minuto. Sono andata a casa e ho scoperto che il mio tempo era inferiore. A giugno, dopo sei mesi dal primo cubo, lo risolvevo in 30 secondi. Ho preso cubi nuovi da un sito americano e ad agosto 2016 ero già alla mia prima gara a San Marino. Lì ho scoperto un mondo nuovo, ho conosciuto tanti ragazzi e iniziato a girare l’Italia. Il 3x3 lo risolvevo in 14 secondi, nel 2018 sono arrivata terza con il 6x6». Da un anno le competizioni si sono fermate, ma la studentessa si allena per essere pronta. «Non mi interessa l’agonismo», spiega Anna, «Il cubo è uno sport della mente, non c’è una competizione con un’altra persona. È una sfida con se stessi, l’obiettivo è migliorarsi sempre». —
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