«Cona, i profughi diventino residenti»
Cona. Il sindaco Panfilio vuole rilasciare ai 1.100 richiedenti la carta d’identità e accusa la cooperativa: "Non collabora".
A revolt in a migrant centre at Cona near Venice ended Tuesday, Italy, 03 January 2017. The migrants protested overnight by holing up in some containers and barricading 25 volunteers, after the sudden death of a young Ivorian woman. The migrants said the emergency services were slow in responding, a charge the services rejected..ANSA/ANDREA MEROLA
CONA. Torna a fare rumore la situazione dei richiedenti asilo dell’ex base militare di Conetta. Stavolta a fare chiasso, però, non sono le proteste tra gli ospiti della base ma la bagarre tra il sindaco di Cona, Alberto Panfilio e la cooperativa Edeco che gestisce il centro. Attualmente all’interno dell’ex base militare sono ospitati 1100 richiedenti asilo. I numeri sono scesi rispetto a inizio anno, quando si sfioravano anche le 1600 persone. Ora per questi 1100 richiedenti asilo, il sindaco di Cona vorrebbe richiedere l’iscrizione anagrafica, facendoli, di fatto, diventare cittadini del comune. In questo modo potrebbero accedere, ad esempio, ai servizi del territorio.
Tutto nasce all’incirca sei mesi fa, quando il sindaco si incontra con l’avvocato della cooperativa per discutere sull’iscrizione anagrafica che consentirebbe agli ospiti della base di ottenere il rilascio della carta d’identità, a patto di dimostrare la “convivenza anagrafica” nel centro di accoglienza. In questo caso nell’ex caserma Silvestri di via Rottanova. In base alla circolare del 18 maggio 2017 diramata dal ministero dell’Interno, si prevede che l’istituto della “convivenza anagrafica” possa essere applicato quando l’interessato sia ospitato nei centri di prima accoglienza, nelle strutture temporanee o in quelle del sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Questo consentirebbe l’iscrizione all’anagrafe e il rilascio della carta d’identità. L’iscrizione può essere chiesta direttamente dagli interessati o dal responsabile della struttura. In questo caso la cooperativa Edeco. E basta andare a fare un giro all’interno della base per capire come la prima cosa che gli immigrati chiedano siano i documenti. «No documents, no documents», lamentano. «Ci hanno detto che ci stanno lavorando», ci confida un richiedente asilo, «i tempi sono lunghi». Un riconoscimento importante. Così Panfilio, che attualmente ha iscritto all’anagrafe 6 dei 1100 richiedenti, ha inviato i moduli alla Edeco, affinché procedesse con le iscrizioni. Nel modulo si legge “dichiarazione di residenza con provenienza dall’estero” con tutta una parte che il richiedente deve compilare. «A distanza di mesi nessuna risposta» tuona Panfilio, «sono passibile di denuncia se non ottempero a una legge dello Stato. Ho dato la disponibilità per poter iscrivere 5 persone a settimana, visto il personale ridotto dell’ufficio anagrafe». Una procedura lunga. «Ma dove vogliamo andare», replica Simone Borile della Edeco, «con cinque iscrizioni a settimana? Significa che ci vogliono tre anni per iscriverli tutti. Noi capiamo il Comune, ma non va bene per questa situazione. Abbiamo delegato la questione a dei legali, perché rischiamo di dare l’iscrizione a qualcuno e ad altri no». Potrebbe accadere, infatti, che una volta chiesta l’iscrizione, scada il permesso provvisorio di sei mesi. Cosa si dovrebbe fare a questo punto?
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