Con trapano, fresa e abbronzante svuotavano i parcometri
MESTRE. Un trapano, una piccola fresa e una manina da far scivolare nel buco, per raccogliere tutte le monetine. Viaggia verso la sentenza il processo ai danni dei due cittadini rumeni (Victoria Lipan e Negru Lipan) accusati di aver saccheggiato - ancora nel 2014 - i parcometri di Avm dislocati tra via Olimpia, via Ca’ Marcello, nel parcheggio sotto il Rampa Cavalcavia e nel piazzale Santa Maria dei Battuti. Migliaia di euro di monetine sparite. Avm, che si è costituita parte civile con l’avvocato Giuseppe Dal Martello, ha stimato il danno complessivo in diecimila euro, somma nella quale vanno ricomprese oltre alle monetine sparite, anche i costi di sistemazione dei parcometri e il danno d’immagine. Era un periodo, quell’autunno del 2014, nel quale i colpi ai parcometri si susseguivano.
Nell’udienza di ieri il commissario della polizia locale che fece l’indagine, il commissario Antonello Zara, ha ricostruito il modus operandi dei due imputati ritenuti responsabili di una serie di colpi. I ladri, dopo aver forzato lo sportello di chiusura del parcometro, con una fresa facevano un foro sulla cassetta interna per poi inserirvi la mano e svuotarlo. I ladri erano stati sorpresi in flagrante mentre di notte cercavano di scassinare il parcometro del parcheggio di Santa Maria dei Battuti, tenuto sotto controllo dai vigili urbani.
Ai due fermati i vigili avevano trovato un trapano a batteria con montata una fresa circolare, contenente ancora un pezzo di metallo staccato dal parcometro, due cacciaviti, dieci punte da trapano ed un'altra fresa circolare, oltre ad una bottiglietta di olio abbronzante spray, utilizzata per raffreddare e lubrificare la fresa. In particolare la dimensione della fresa era compatibile con i buchi trovati negli altri parcometri scassinati, motivo per cui la polizia municipale ha addebitato ai due una serie di altri colpi. La sentenza sui due cittadini rumeni è attesa per il prossimo 16 luglio, ma in questi anni Avm ha appreso la lezione. Ed è corsa ai ripari.
Nel corso degli anni infatti, già a partire dal 2015, i vecchi parcometri, poco più di grandi salvadanaio, sono stati sostituiti con strutture con una doppia cassa, strumenti più evoluti che devono garantire anche la riservatezza dei dati per le transazioni elettroniche con bancomat o carta di credito. Gli ultimi parcometri installati sono modelli Siemens. «Sporadicamente c’è qualche tentativo di manomissione», fanno sapere da Avm, «ma chi cerca di scassinare i parcometri si rende conto che con queste nuove doppie casse è molto difficile, quindi ci rinuncia».
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