Con 510 neonati nel 2015, il punto nascita di Chioggia resta aperto

Il direttore dell’Asl 14 Dal Ben riafferma la bontà del reparto di Ostetricia. A rischio quello di Adria
Si potrà continuare a nascere all'ospedale di Chioggia
Si potrà continuare a nascere all'ospedale di Chioggia

CHIOGGIA. Nessun rischio di chiusura per il punto nascita di Chioggia che ha concluso il 2015 con 510 parti, superando la soglia dei “500” indicata dal ministero della Salute come limite per mantenere in vita i reparti di Ostetricia.

Chioggia si salva, ma potrebbe non andare bene a Adria che con 409 parti è stata inserita nell’elenco di punti nascita da chiudere in Veneto. Al momento si tratta però solo di indicazioni del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, a cui il presidente del Veneto Luca Zaia non ha intenzione di dare corso dato che per molti punti nascita “sottomisura” esiste la giustificazione della collocazione geografica particolare che ne rende necessario il mantenimento in vita.

Il reparto di Ostetricia di Chioggia negli ultimi due anni, anche a fronte dell’ammodernamento alberghiero, è in costante crescita e ha saputo attirare anche partorienti da fuori zona di competenza. I numeri lo confermano e con i 510 parti del 2015 in automatico Chioggia viene esclusa dall’elenco nero.

«Il punto nascita del nostro ospedale, spiega il direttore generale dell’Asl 14, Giuseppe Dal Ben, «è in crescita e non rischia di certo la chiusura. Sta aumentando il numero dei nuovi nati, passati dai 465 del 2013 a 510 del 2015, e sta aumentando anche la capacità di attrazione, tanto che le mamme da fuori territorio del’Asl 14 raggiungono il 40% del totale. Abbiamo un reparto moderno, dotato di tutti i comfort e con un’elevata professionalità. I tre accessi all’ospedale, via terra, acqua, aria, lo rendono inoltre particolarmente sicuro». Molto apprezzato dalle neo mamme l’ambulatorio dell’accoglienza.

Insediamento del nuovo direttore generale dell'ASL Venezia Giuseppe Dal Ben
Insediamento del nuovo direttore generale dell'ASL Venezia Giuseppe Dal Ben

«È il momento di incontro tra l’ospedale e la futura mamma», spiega il primario di Ostetricia e Ginecologia, Luca Bergamini, «alla 36sima settimana la donna in attesa incontra il personale medico e sanitario che la assisterà: ostetrica, anestesista, psicologo, pediatra. È un modo per instaurare un rapporto di reciproca conoscenza e fiducia». Se Chioggia quindi non rischia nulla, diversa è la situazione di Adria che con “soli” 409 parti nel 2015 non risponde ai numeri minimi indicati dal ministero. Il direttore generale di Rovigo e commissario a Adria, Antonio Compostella, ha comunque già precisato che i punti nascita più piccoli sono irrinunciabili per le zone isolate dove i collegamenti con i grandi centri siano difficili. (e.b.a.)

 

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