«Comuni riuniti in due città della Riviera e del Miranese»

Prime reazioni dei sindaci dei 17 Comuni all’idea di Babato (Federconsumatori) Naletto (Dolo): «Ottima iniziativa ma abbiamo già l’unione dei servizi»

DOLO

«Bisogna riordinare i comprensori di Riviera e Miranese con la nascita di due grossi comuni: la “Città della Riviera” con la fusione fra Mira, Dolo, Fiesso, Stra e Fossò e la “Citta del Miranese” con l’unione di Santa Maria di Sala, Mirano, Spinea, Pianiga e Salzano. Avremocosì rispettivamente due realtà di 76 e 96 mila abitanti. I cittadini di queste zone ne acquisterebbero in servizi più efficienti e risparmio di risorse». A proporlo è Alfeo Babato responsabile di Federconsumatori . La proposta è stata inviata ai 17 sindaci del comprensorio e al presidente della Regione Luca Zaia.

«Questa proposta se realizzata sarebbe d’aiuto», dice Babato, «in termini di risparmio nel funzionamento delle macchine comunali, del personale della gestione delle risorse per sport, sociale aree urbane, scuole, manutenzioni». Ma non solo. Babato fa un esempio di attualità. «Si pensi ai trasporti», dice, «sappiamo tutti che i cittadini di Cazzago in comune di Pianiga si spostano verso Dolo o Mirano, che quelli di Paluello in comune di Stra gravitano verso Fiesso, che i cittadini di Crea di Spinea facciano riferimento a Mirano, che quelli di Malcontenta sono divisi tra Mira e Venezia. I servizi di trasporto pubblico con le fusioni, si potrà equipararli a quelli di Venezia-Mestre e Padova. Ci sarebbero tariffe più basse e corse in più».

«La proposta», risponde il sindaco di Mira Marco Dori, è potenzialmente interessante. Noi però ora puntiamo a dare personalità giuridica alla Conferenza dei sindaci della Riviera». Per Gianluigi Naletto sindaco pro tempore di Dolo «già ora Dolo ha in atto una Unione comunale di servizi con Fiesso, Fossò e Campagna Lupia. La fusione è un’ottima idea, l’importante però sarebbe partire per ora con una unione dei servizi fra i comuni della Riviera».

La sindaca di Mirano Maria Rosa Pavanello spiega che «per fare una fusione di Comuni serve una referendum fra i cittadini. Per fare una fusione poi bisogna partire da condizioni di bilancio simili». —

Alessandro Abbadir

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