«Comuni divisi, risparmio di 6 milioni»
Dopo quattro referendum con esito negativo per chiedere il ripristino del Comune di Mestre e l’autonomia dal Comune di Venezia, il prossimo di ottobre potrebbe riservare sorprese. I promotori della separazione stanno infatti puntando sui 6 milioni di euro che, secondo i loro calcoli e studi, si potrebbero risparmiare se le amministrazioni fossero divise. Ieri mattina a San Leonardo si è infatti discusso per più di due ore sugli scenari futuri davanti a una sessantina di persone.
L’elemento di sorpresa è stato il cambio di atteggiamento del senatore Felice Casson e del parlamentare Pd Davide Zoggia che, a differenza del secco no degli scorsi anni, hanno rilevato che ultimamente la sensibilità dei cittadini è cambiata e che non è da escludere che questa volta ci possa essere una richiesta di separazione. L’incontro, organizzato dal «Gruppo Civico Venezia Mestre Due Grandi Città», ha visto la partecipazione di molti relatori, tra i quali Gian Angelo Bellati, ex candidato sindaco della Lega Nord e promotore della separazione. È stato proprio lui, attuale segretario di Unioncamere Veneto, che ha presentato i numeri.
«Per quanto riguarda il solo funzionamento degli organi istituzionali» ha detto Bellati, mostrando i dati risultati da un’elaborazione fatta sui numeri del Ministero dell’Interno e delle “Stime annuali Spending Review. Report finale 5 marzo 2014” «passeremo da una spesa attuale di 18.206.738 euro agli 11.879.795 del dopo separazione, con un risparmio di ben 6 milioni 326.943 euro».
A chi sostiene che due amministrazioni sarebbero più costose, Bellati risponde mostrando che, in realtà, i compensi e le indennità degli organi istituzionali, porterebbero a un risparmio di 53.201 euro. «Non ci guadagniamo soldi» ha specificato «ma non possiamo nemmeno dire che costa».
Tutto verrebbe duplicato (sindaco, vice, assessori e consiglieri), ma compensato da un taglio netto alle Municipalità che verrebbero definitivamente eliminate per un totale di sei presidenti e 128 consiglieri in meno.
«La Legge Speciale» ha dichiarato Bellati «è stata un aiuto, ma non ha puntato allo sviluppo produttivo e non è stata un regalo perché noi produciamo più tasse dei soldi che riceviamo. Con l’autonomia amministrativa e finanziaria potremmo trattenere più risorse». Infine Bellati ha puntato allo Statuto Speciale per Venezia dicendo che, una volta riconosciuta la sua specificità, potrebbero rimanere sul territorio 300 milioni di risorse fiscali generate dalla città storica che ora vengono spalmate sul territorio nazionale.
Vera Mantengoli
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