Comuni cementificati, Spinea sul podio Terza in Veneto per consumo di suolo

Poco meno di metà di suolo consumato. Dati non certo lusinghieri per Spinea e altri due Comuni veneziani quelli diffusi ieri dal rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) relativi al 2018. Nella classifica regionale sono dunque ben tre i Comuni veneziani che compaiono tra quelli più cementificati.
Dopo Padova (49,51%) e Noventa Padovana (44,18%) , al terzo posto assoluto della classifica relativa al suolo consumato in percentuale a livello comunale, si trova Spinea, con un non lusinghiero 43,29%. Nelle ultime posizioni, ma pur sempre una Top Ten dei Comuni più cementificati, compaiono Fiesso d’Artico, settimo con il 37,19% e Martellago, al nono posto con il 36,26%.
Figurano inoltre altri Comuni dell’entroterra tra i primi cento, mentre a livello nazionale e in termini di valore assoluto di superficie consumata, Venezia tra le città capoluogo di provincia è quinta, superata solo da Roma, Milano, Torino e Napoli.
Per Spinea si tratta di un dato non troppo dissimile da quello degli studi precedenti (e infatti la città è molto lontana dai primi posti nell’altra classifica, quella relativa all’incremento 2017-18 di consumo di suolo annuale, guidata da Nogarole Rocca e Monselice) ma che fa lo stesso riflettere su un’area che, a poco a poco, sta diventando la temuta “periferia urbana” di Mestre e che, proprio per questo, reclama una maggior cura degli spazi urbani a disposizione.
Il rapporto Ispra, infatti, oltre a fornire il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo, è un chiaro indicatore dell’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi e può essere molto utile per capire la trasformazione della realtà urbana di una città come Spinea che, dal punto di vista della densità abitativa, è da anni tra le prime di tutto il Veneto.
In città, intanto, è stata immediata la reazione, preoccupata, alla notizia. «Ci auguriamo che l'amministrazione Vesnaver sappia continuare lo stop al consumo di suolo» commenta Giovanni Litt, capogruppo di minoranza per È Tempo – Prospettiva Spinea «non concedendo ulteriore edificazioni, ma rigenerando e riqualificando il suolo già consumato e aumentando gli spazi verdi disponibili». Come esempio, Litt cita l’ultimo piano degli interventi della precedente giunta, votato il 6 aprile 2018, che aveva determinato come all’interno degli ambiti agricoli non fosse più possibile realizzare interventi in ampliamento, aveva rivisto gli indici di edificabilità tenendo conto del piano casa regionale e aveva dato a Spinea, con gli accordi di programma 91.482 mq di nuove aree verdi. «Un bello sforzo» prosegue Litt «forse non sufficiente e poco visibile perché si stanno subendo ancora decisioni di venti anni fa. La priorità di una amministrazione dovrebbe essere quella di liberare suolo, concentrando i volumi come è stato fatto, per esempio, con Piazza Cortina, rendendo di nuovo permeabili oltre duemila mq di superficie precedentemente cementificata». —
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