Comune, in dieci anni via 947 dipendenti
Oltre il 30% degli attuali dipendenti del Comune di Venezia - e cioè 947 persone - andrà in pensione nel giro dei prossimi dieci anni e sarà sostituito solo in parte, determinando in prospettiva una costante diminuzione dei servizi, visto che la percentuale del turn-over consentito negli enti locali va dal 25 al 75 per cento in base alle dimensioni.
A lanciare l’allarme, esteso a tutti i Comuni del Veneziano, è la Cgil Funzione Pubblica che ha svolto uno studio sul personale dei Comuni della nostra area dal 2013 al 2015 sulla base dei dati della Ragioneria generale dello Stato sul Conto annuale della spesa del personale delle pubbliche amministrazioni. «Questo vuol dire», osserva una nota della Cgil, «che a maggior ragione il sindaco Brugnaro avrebbe dovuto evitare di licenziare personale precario quando vi sarà già una messa in discussione di servizi nei prossimi anni. Per un Comune come quello di Venezia che ha garantito importanti servizi pubblici un’emorragia di questo tipo determinerà la riduzione importante di prestazioni sociali, educative e culturali che sino ad oggi sono sempre state garantite. Il dato dei futuri pensionamenti fa anche evidentemente emergere come vi sia una popolazione lavorativa nel settore delle funzioni locali gradualmente sempre più vecchia e che evidenzia le grandi difficoltà nel fare nuove assunzioni. Valutando l’età media del personale dal 2013 al 2015 si evince come il passaggio dai 46,63 anni medi ai 48,12 anni medi stia a significare uno sostanziale stallo e quindi il costante invecchiamento dei lavoratori. Questa situazione ha evidenti ricadute negative su chi in servizio si ritrova più avanti negli anni e con maggiori carichi di lavoro che inevitabilmente rischiano di avere ricadute sulla qualità dei servizi e sui tempi di risposta delle pubbliche amministrazioni».
A livello metropolitano la perdita dei Comuni sarà nei prossimi dieci anni di 1.639 dipendenti. Scese di circa 300 euro le retribuzioni medie dei comunali. Ma la situazione è più pesante per il Comune di Venezia in seguito allo sforamento del Patto di Stabilità e alle relative sanzioni che hanno colpito il personale di Ca’ Farsetti. Qui la perdita salariale media è stata di 2.440 euro nel periodo considerato.
Ci sono però alcuni Comuni in controtendenza, dove la retribuzione dei dipendenti dal 2013 al 2015 è salita, come quello di Quarto d’Altino (950 euro), Jesolo (496 euro) o Fossò (706 euro). Il calo del numero dei dipendenti riguarda praticamente tutti i Comuni, tranne Cavallino, Stra e Vigonovo (di un’unità). «Considerati i continui tagli al sistema degli enti locali» osserva la Cgil «dobbiamo evidenziare come probabilmente anche Comuni virtuosi non potranno, per le riduzioni di cassa, utilizzare risorse per assunzioni di personale in maniera superiore al 25%. Vi sono alcuni casi molto evidenti come il Comune di Cavarzere in cui le cessazioni arrivano al 54,55%, il Comune di Fossalta di Piave al 50%, il Comune di Pramaggiore al 57% o quello di Torre di Mosto al 41,67%. È del tutto evidente che in queste realtà verranno ancor più pesantemente colpiti i servizi ai cittadini determinando la chiusura di molte prestazioni o la loro esternalizzazione al privato».
«Come Cgil», rileva la nota sindacale, «chiediamo ai sindaci della Città metropolitana di fare fronte comune affinché nel decreto madia in discussione nelle prossime settimane in Parlamento vengano introdotti gli adeguati corretti o il collasso del sistema con evidenti ricadute sulla popolazione sarà inevitabile».
Enrico Tantucci
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