Comune costretto a spendere e la Dng accede al concordato
Il Comune continua a spendere per intervenire, con ordinanze legate alla sicurezza, nell’area dell’ex Umberto I che è di proprietà privata ma di fatto è abbandonato da anni, dalle demolizioni che...
Il Comune continua a spendere per intervenire, con ordinanze legate alla sicurezza, nell’area dell’ex Umberto I che è di proprietà privata ma di fatto è abbandonato da anni, dalle demolizioni che hanno fatto seguito all’abbattimento, parziale, dell’ex ospedale di Mestre. Le tre torri della Dng restano un progetto sulla carta e la previsione di collocarvi un albergo e un distretto commerciale, previsti dalla variante, sono legati al passaggio degli ex padiglioni De Zottis, Pozzan, Cecchini al Comune di Venezia. Una firma dal notaio si attende da ben otto mesi. E mentre l’assessore Boraso invita la banche finanziatrici a confermare la scelta, già fatta a fine 2016, di togliere le ipoteche per consentire la cessione e «rendere così il Comune proprietario dei padiglioni su cui sono già tante le idee di riutilizzo», si è scoperto proprio in questi giorni che la sezione fallimentare del tribunale di Venezia lo scorso 11 luglio ha esaminato la domanda di ammissione al concordato preventivo della Dng spa in liquidazione, la società proprietaria dell’area dell’ex Umberto I e che la società di Marcello Carli ha ora 60 giorni di tempo per formalizzare la procedura, presentando piani e documenti in tribunale. «Il tempo della pazienza è oramai ampiamente scaduto e credo che sia il momento di fornire certezze al sindaco di Venezia che credo chiederà lumi alla società al più presto», aveva commentato l’assessore al Patrimonio. Intanto i cittadini di pazienza non ne hanno più. Riconvertire i padiglioni potrebbe servire a battere l’attuale degrado. C'è chi vuole un polo dell'istruzione, con asilo, scuola elementare o media, e materna. C'è chi spera nell'arrivo di un mercato fisso al coperto che sappia attrarre pubblico meglio di quello attuale in via Fapanni. C'è chi vorrebe attivare un servizio di controllo di vicinato e chi vorrebbe fare dell'ex ufficio filtro di via Antonio Da Mestre un grande poliambulatorio di medici, aperto alla cittadinanza. Per far rivivere spazi che ora sono spesso in mano a sbandati e pusher.
(m.ch.)
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