Comune al Tar contro la Provincia

Il nuovo sistema di controllo vanificherebbe gli investimenti fatti su Argos e Hydra. Ricorso anche di alcuni privati

Il Comune ricorre al Tar del Veneto contro la Provincia che vuole adottare un nuovo sistema di controllo del traffico acqueo rispetto ai sistemi Hydra e Argos già introdotti dall’Amministrazione, sostanzialmente vanificandoli, dopo l’ingente investimento compiuto da Ca’ Farsetti per mettere in funzione le nuove apparecchiature. L’iniziativa è stata presa dal commissario straordinario Vittorio Zappalorto in opposizione alla decisione presa dall’organismo presieduto da Francesca Zaccariotto che aveva tra l’altro modificato l’articolo 66 del regolamento provinciale per il coordinamento della navigazione locale nella laguna veneta, relativo appunto ai sistemi integrati di controllo del traffico acqueo, sostituendo la previsione della localizzazione e monitoraggio delle imbarcazioni a mezzo Dgps (Differential Global positioning System) previsto sin dall’origine nel testo regolamentare, con un sistema denominato Rfid (Radio frequency identification).

Un blitz compiuto dalla Zaccariotto in sede di Conferenza di servizi, con il placet di Regione e Autorità Portuale - che però non erano presenti - e il manifesto dissenso di cinque dei sei soggetti partecipanti alla riunione: oltre al Comune, le Capitanerie di Porto di Venezia e Chioggia, il Ministero delle Infrastrutture e il Magistrato alle Acque. A favore, appunto, solo la Provincia, che però ha poi modificato il regolamento.

Secondo la Provincia - come aveva illustrato la giunta presentando la relativa delibera in Consiglio provinciale per l’approvazione - il sistema di controllo del traffico acqueo basato sulla tecnologia di identificazione e monitoraggio delle imbarcazioni a mezzo radio, può maggiormente garantire il rispetto del principio del numero chiuso, come voleva anche il Comune, con un sistema analogo a quello del telepass, ormai accettato ovunque.

Secondo Ca’ Corner il sistema fornirebbe una soluzione decisiva per la decongestione del traffico nell’ambito delle Ztl urbane, rispetto al Dgps, in quanto ogni unità, venendo dotata di un dispositivo a bordo che viene rilevato da una sorta di ricevitori collegati in corrispondenza degli accessi della conterminazione lagunare e dei canali urbani, viene monitorata e riconosciuta in tempo reale.

I sistemi Hydra e Argos - secondo la Provincia - sono entrambi funzionanti anche senza la presenza di sistemi Dgps a bordo delle imbarcazioni e dunque potrebbero comunque continuare a funzionare.

Non è d’accordo il Comune perché il testo dell’articolo 66 approvato dal Consiglio provinciale è diverso da quello approvato in Conferenza dei servizi e perché Ca’ Corner non ha riaperto le consultazioni con le categorie e gli enti interessati in mancanza di un accordo, come si era invece impegnata a fare. Inoltre per il Comune la scelta di introdurre il sistema Rfid invece del già previsto Gps è stata adottata dalla Provincia senza il supporto di valide argomentazioni tecniche e in maniera del tutto illogica.

Per questo già quattro titolari di licenze e autorizzazioni comunali al servizio di trasporto pubblico di cose e persone per conto terzi hanno presentato ricorso al Tar contro il provvedimento e ora anche il Comune si rivolge a sua volta al Tribunale amministrativo regionale del Veneto per bloccare la decisione della Provincia, in particolare per la modifica del «famigerato» articolo 66 del regolamento.

Enrico Tantucci

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