Comunali in malattia, pioggia di sanzioni
In gennaio 2.976 assenze. Dirigente a casa due giorni, taglio di 280 euro
Nei primi mesi in molti andavano in ufficio anche se influenzati, temendo la decurtazione dello stipendio. Ora, invece, la scure del ministro Brunetta non fa più troppa paura ai dipendenti comunali di Venezia. Questa, almeno, è la conclusione cui si giunge osservando i dati sulle assenze per problemi di salute relative a gennaio 2009. 2.976 giornate di malattia su un totale di 3.030 dipendenti. A dicembre 2008 le assenze registrate per questo motivo erano un terzo in meno.
Così, «Se questi sono i dati - spiega Stefano Vanin, segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica - significa che il cosiddetto decreto antifannulloni del ministro Brunetta non ha poi raggiunto l’obiettivo che si era prefissato. Tanto più che, come sottolineiamo da tempo, non esiste un problema di questo tipo. La media assenze nel settore pubblico è di 9,31 giorni all’anno per ogni lavoratore. Nel privato è di 9,11». In ogni caso, si calcola che a gennaio 2009 un dipendente su due del Comune di Venezia si sia ritrovato con una busta paga più leggera per assenze legate a motivi di salute. Decurtazioni che al massimo arrivano a una decina di euro, ma che in genere si aggirano fra i tre e i cinque euro. Va molto peggio ai dirigenti. Tanto che qualcuno s’è ritrovato con 280 euro in meno in busta paga «per due giorni di bronchite».
I dati.
Nel mese di gennaio in media è rimasto a casa per un giorno il 97 per cento dei dipendenti comunali. In realtà le assenze di gennaio hanno riguardato la metà dei dipendenti, cioè circa 1.500 lavoratori, assenti per due giorni. In effetti, secondo le cifre fornite dall’ufficio personale del Comune, sono solo 90 i dipendenti del Comune non presenti in ufficio per oltre dieci giorni. Gli altri sono rimasti a casa per qualche giorno. Il decreto Brunetta prevede da questo punto di vista tagli giornalieri che variano 1,10 e 1,80 euro.
Decurtazioni.
Alla fine, dunque, a gennaio i giorni d’ assenza per malattia registrati fra i dipendenti comunali sfiorano quota 3 mila. Un mese prima, a dicembre 2008, erano 2.232 (meno 33 per cento); a novembre 2.473 (meno 20 per cento). La mancata presenza in ufficio per questioni di salute può costare fino a circa 11 euro. Ma questo varia a seconda del ruolo e quindi del valore della busta paga. «Io mi sono visto decurtare 280 euro per due giorni di bronchite - spiega un dirigente del Comune -. Naturalmente anche se ancora ammalato dopo due giorni sono tornato in ufficio, per scongiurare ulteriori tagli».
Pericoli.
Secondo Stafano Vanin, dunque, «il decreto Brunetta non ha prodotto cambiamenti di rilievo. Se non quello di costringere le persone ad andare a lavoro anche con la febbre, con il rischio di contagiare i colleghi. Passi per chi si trova in un ufficio normale. Ma questo comportamento caratterizza anche il personale dei nido e delle materne, lavoratori in diretto contatto con i bambini che sono i soggetti più cagionevoli. Insomma, di fronte a un risultato nullo, i rischi sono invece molti. Tanto più che nel Comune di Venezia è già richiesto da qualche tempo il certificato anche per un solo giorno di malattia. La battaglia del ministro è puramente demagogica».
Propaganda.
Dunque, «il provvedimento del ministro Brunetta è solo propaganda - attacca Alessio Boato segretario provinciale della Cisl Funzione pubblica -. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio decreto tardo-ottocentesco».
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