Commozione per l’addio a Massimo Mardegan: «Uomo solare e gentile»
SAN DONA'. Una folla commossa ha partecipato ieri nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore al funerale di Massimo Mardegan, l’imprenditore 50enne deceduto a causa di un tumore. Innumerevoli le persone che non sono nemmeno riuscite ad entrare e hanno seguito la funzione dal sagrato.
Gli amici di sempre, i colleghi di lavoro, il popolo dell’oratorio don Bosco, l’inseparabile fratello Luigi ma soprattutto la moglie Sabrina Gobbo e i figli Carolina e Riccardo, di 15 e 18 anni, hanno onorato la memoria di Massimo Mardegan con coraggio e discrezione, così come lui aveva affrontato la malattia. E se la qualità delle relazioni personali che stabiliamo nel corso di una vita è l’unico vero metro di valutazione del nostro successo, allora Massimo Mardegan era un uomo di grande successo, che in questi giorni ha spinto chi lo conosceva a testimoniare in vario modo la profondità del solco da lui tracciato.
Ma il ricordo più toccante è arrivato dai figli, dei quali il salesiano don Lorenzo Piola con voce commossa durante l’omelia ha letto una lettera. Carolina e Riccardo hanno descritto il loro papà come “uno splendido lavoratore, capace di collaborare perfettamente con tutti; uno splendido amico, sempre pronto e presente; uno splendido fratello, creatore con lo zio di una squadra unita; uno splendido marito, che ha condiviso ogni momento con la moglie; ma in primis uno splendido padre e maestro di vita, che ha fatto di noi ciò che siamo, che con noi ha condiviso sogni e passioni e che fino all’ultimo non ha mai smesso di trovare il modo per ridere insieme”.
Una descrizione confermata da chi lo conosceva. «Era un uomo solare, equilibrato, educato, impegnato e soprattutto felice di poter fare ciò che faceva nel momento in cui lo faceva: se stava lavorando, dava il massimo con spirito di servizio, se parlava con qualcuno, era gentile e non scaricava mai addosso agli altri i suoi pensieri; ma se aveva un minuto libero, allora lo trascorreva con la moglie e i figli», raccontano gli amici. Mardegan insieme al fratello Luigi portava avanti da anni la Torrefazione Brasiloro: attività ereditata dal padre, a sua volta deceduto quando lui era maggiorenne. Tutti li ricordano giovani e già allora inseparabili nel centralissimo Caffè Brasiloro mentre muovono i primi passi in un mondo del lavoro che li aveva costretti a diventare prematuramente adulti. Così come in città è nota la sua intraprendenza e serietà nel ruolo di quadro direttivo della Confcommercio. Ma l’immagine che viene subito in mente pensando a Massimo Mardegan è quella che lo ritrae in compagnia della moglie Sabrina e dei figli: fotografia semplice di un uomo giusto. —
Alessia Pavan
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