«Commissario al turismo per far fronte al degrado»

La proposta di Silvio Testa (No Grandi navi): solo con leggi ad hoc si possono supErare gli interessi delle lobby. E il Fai rincara: troppi interessi in conflitto
Di Nadia De Lazzari
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 22.08.2016.- Turismo, Bivacco, degrado, etc. Piazza San Marco. Ponte della paglia.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 22.08.2016.- Turismo, Bivacco, degrado, etc. Piazza San Marco. Ponte della paglia.

Sul degrado in città il dibattito si accende. Dopo l’appello di Italia Nostra all’assessore Paola Mar, interviene Silvio Testa, giornalista e portavoce del Comitato No Grandi Navi. «Venezia deve tornare ad essere un problema di preminente interesse nazionale, con leggi ad hoc» premette e poi lancia la bordata «Serve un commissario al turismo».

Nessun sindaco, a suo parere, potrà mai risolvere il problema dell’eccessivo afflusso turistico. «Del tutto in linea con il personaggio» osserva Testa «la reazione del sindaco Brugnaro alle denunce dell'Unesco e di Italia Nostra: parlare del degrado danneggia la città perché allontana i turisti che dunque sono ancora pochi e vanno incrementati». Testa presenta un lungo elenco del degrado, «metastasi del cancro turistico»: la volgarità, il proliferare di alberghi, gli affittacamere, i bed&breakfast, il moto ondoso, l'intasamento delle strade, la sparizione dei negozi di vicinato. Certo, non sono colpe imputabili al primo cittadino attuale.

Testa tira in ballo il centrosinistra che ha governato Venezia per 25 anni e «ha portato la città a questi esiti. Brugnaro ha ragione quando dice che sono stati i veneziani a trasformare Venezia in questa Disneyland volgare e invivibile». Ma questo, secondo il portavoce dei No Grandi Navi, apre un enorme problema: come tornare indietro, ammesso che ancora si possa? «Le ricette ci sono ma il nodo vero è la volontà politica di applicarle e, ammesso che questa ci sia, la forza politica di farlo. I medici del cancro turistico non potranno neppure essere Brugnaro e chi lo sostiene, cioè le lobby cittadine».

E dunque? Dunque non resterebbe che il commissario al Turismo e una legislazione ad hoc.

Sulla problematica interviene anche il Fai Veneto. Il presidente Ines Lanfranchi Thomas denuncia e propone un lavoro in sinergia. «Il turismo deve essere governato. Va rilevato che troppi interessi, quelli degli abitanti e quelli degli operatori turistici e commerciali di ogni tipo, sono in conflitto. Venezia è un'esperienza di storia, cultura e vita, va resa accessibile ma ci si deve opporre ad un turismo incontrollato e all'abusivismo. Bisogna creare: punti informativi attrezzati, bagni pubblici, luoghi e strumenti adatti alla raccolta della spazzatura».

Solo pochi giorni fa la sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni aveva lanciato l'allarme. «A Venezia non possiamo più aspettare. Stiamo facendo fare all'Italia una brutta figura mondiale. Superiamo le divisioni e mettiamoci intorno a un tavolo».

Da Ca’ Farsetti, però, ufficialmente nessuna risposta all’appello.

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