Commercio, allarme serrande abbassate a Venezia: a Rialto 7 mila euro per 8 metri quadri

Commercio al palo, sono 20 i negozi chiusi tra San Polo  e l’area realtina. Affitti alti,

nelle Mercerie si sale a 30 mila

Roberta De Rossi

VENEZIA. C’era il negozio dove gli appassionati trovavano il gadget originale dei Beatles e persino l’occhio artigianale in vetro per la bambola di ceramica. Chiuso. Poco avanti la storica salumeria diventata un inconcepibile “spaghettificio take away”. Chiusa. La banca: anzi, le due banche, a pochi metri l’una dall’altra e dai locali desolatamente vuoti. La vecchia merceria senza più eredi. La macelleria. Chiuse. Ma anche botteghe che da tempo avevano perso l’anima, per proporre le più tristi chincaglierie o improponibili caramelle. Tutte chiuse.

Lungo le poche centinaia di metri che separano campo San Polo dal Ponte di Rialto è uno stillicidio di serrande abbassate da mesi: ben venti, tirando dritto lungo una delle strade più animate. Lo scatto di una parte per il tutto - intesa come Venezia - che non risparmia neppure i luoghi dello shopping più esclusivo.

Non se ne viene fuori: le chiusure sono continue e prolungate. Basta una passeggiata per vedere i buchi neri di una città che sta perdendo il suo tessuto commerciale, dove pochissime sono le novità, dove l’originalità della merce è rara e preziosa e rischia di essere soffocata dall’omologazione o dal nulla. Un senso di vuoto che le vetrine di altre città venete non rimandano. L’asservimento al turismo, a Venezia, è stato letale.

A scorrere gli annunci che le diverse agenzie pubblicano su Immobiliare.it si capisce anche perché molte vetrine restino vuote da mesi, Covid o no. Nella strada appena percorsa ci sono prezzi variabili tra i 1400-1900 euro al mese per 14 metri quadrati. Poco avanti, per otto (8!) metri quadrati (con soppalco magazzino) sul Ponte di Rialto si va da 5 mila euro al mese (e 250 mila di buona uscita) a 7150 euro (e 80 mila di buona uscita); fino a un negozio ampio da 11 mila euro al mese in cima al Ponte. È un tourbillon di cifre che stordisce: dai 36 mila euro al mese per gli spazi dell’ex gioielleria in Piazza San Marco ai 28 mila per ben 450 metri quadrati al Ponte dei Bareteri.

C’è di tutto, ma il risultato non cambia: restano vuoti. E, d’altra parte, c’è anche l’esperienza di chi ha affittato un negozio e nonostante l’affittuario non paghi da mesi, non riesce a riavere le chiavi. «Venezia ha sofferto la doppia crisi dell’acqua alta eccezionale del 2019 e poi del Covid: l’acqua ha provocato danni così gravi che molti proprietari preferiscono tenere chiuso», commenta l’avvocato Jacopo Molina, che tra i suoi clienti ha sia proprietari sia inquilini, «l’intesa più sensata sarebbe quella di firmare tra le parti un contratto con un canone rimodulabile nel tempo, per dare un’occasione di avvio. Sono poche le parti che accettano. Ma non c’è una linea. La situazione pare in timido miglioramento, ma credo che il 50% dei negozi chiusi non riaprirà a breve».

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