Comitato No Gpl, è pronto il ricorso alla Consulta

In caso di esito negativo al Consiglio di Stato, ecco la strategia del legale Ceruti. Grande partecipazione dei cittadini alle due cene di autofinanziamento

CHIOGGIA. Ricorso alla Corte Costituzionale se anche il Consiglio di Stato non accoglierà l’istanza del Comune di ripristino dello stato dei luoghi per assenza del titolo paesaggistico.

Lo ha annunciato il legale del comitato No Gpl, Matteo Ceruti, venerdì alla prima delle due cene di autofinanziamento che hanno registrato il tutto esaurito. Per le cene si è mobilitata l’intera città: il consorzio Armatori ha fornito il pesce e si è fatto carico della preparazione, i commercianti hanno offerto i restanti prodotti alimentari e le vettovaglie, i titolari dei bagni Internazionale hanno messo a disposizione il locale.

L’avvocato ha illustrato la memoria difensiva che sarà presentata dal comitato al Consiglio di Stato per chiedere che sia ribaltata la sentenza del Tar che impone l’annullamento dell’ordinanza comunale di ripristino dei luoghi.

«La mancanza del parere paesaggistico sul progetto», spiega Ceruti, «contrasta in modo palese con quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione e con i vincoli posti dalla Legge Speciale dato che è stata esclusa dall’iter la Soprintendenza ai beni culturali configurando un evidente vizio di forma procedurale. Se il Consiglio di Stato dovesse reiterare la posizione espressa dal Tar ci troveremmo in presenza di un vulnus costituzionale per cui sarebbe opportuno ricorrere alla Consulta».

Basandosi su queste considerazioni il comitato nelle ultime settimane ha chiesto insistentemente all’amministrazione comunale di dotarsi di specifiche professionalità legali per confutare quanto deciso dal Tar nello scorso giugno. «Questa nostra richiesta è rimasta inascoltata», spiega il presidente del comitato, Roberto Rossi.

Nella seconda serata è intervenuto invece Marco Stevanin, l’architetto che ha curato la perizia ambientale giurata commissionata dal comitato, che ha sottolineato come l’iter autorizzato abbia incluso solo l’analisi dei rischi per l’impianto a terra e non la movimentazione del gpl con navi gasiere attraverso il porto canale di Chioggia, vicino al centro abitato, e con autobotti sulle strade e lungo la Romea.

«È chiaro», spiega Rossi, «che i rischi associati alla messa in funzione di un impianto Rir (a rischio di incidente rilevante), soprattutto in vicinanza di un centro abitato, vanno analizzati in tutte le fasi del processo. Non è più sufficiente richiedere l'analisi ma, ora più che mai, va pretesa. In questo l'amministrazione svolge un ruolo fondamentale perché il sindaco deve salvaguardare la sicurezza dei cittadini e può pretendere, o attivare, studi appropriati. L'amministrazione non deve più limitarsi a chiedere garanzie a Stato, Regione, Autorità portuale, deve agire». —


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia