Come cambiano le badanti, ecco la casa che le sostiene a Mestre

La struttura del gruppo Sant’Antonio le ospita per alcuni giorni al loro arrivo. Settemila in 13 anni. «Non più sprovvedute: sanno dove trovare lavoro»
20090831 - ROMA - SOI - IMMIGRAZIONE: BADANTI; SANATORIA, DA DOMANI LE DOMANDE. UN MESE PER PRESENTARLE, COMUNI AIUTERANNO CITTADINI NELL'ITER. Badanti ucraine mentre accudiscono alcuni anziani in un giardinetto pubblico, questo pomeriggio 31 agosto 2009 a Roma. A partire da domani, e fino al 30 settembre, si potranno presentare le domande per regolarizzare colf e badanti. Sulle domande non pendono ne' quote d'ingresso, ne' graduatorie: le richieste presentate il 30 settembre avranno le stesse possibilita' di ammissione di quelle presentate il primo. Il Viminale si attende circa 500 mila richieste. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN
20090831 - ROMA - SOI - IMMIGRAZIONE: BADANTI; SANATORIA, DA DOMANI LE DOMANDE. UN MESE PER PRESENTARLE, COMUNI AIUTERANNO CITTADINI NELL'ITER. Badanti ucraine mentre accudiscono alcuni anziani in un giardinetto pubblico, questo pomeriggio 31 agosto 2009 a Roma. A partire da domani, e fino al 30 settembre, si potranno presentare le domande per regolarizzare colf e badanti. Sulle domande non pendono ne' quote d'ingresso, ne' graduatorie: le richieste presentate il 30 settembre avranno le stesse possibilita' di ammissione di quelle presentate il primo. Il Viminale si attende circa 500 mila richieste. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN

MESTRE. Quasi 7 mila donne assistite negli ultimi tredici anni nel loro viaggio dall’Est Europa e dal Nord Africa fino a Mestre, in cerca di lavoro come badanti o colf. Sono numeri che fanno riflettere quelli offerti dall’associazione Sant’Antonio di Mestre che gestisce la casa dell’ospitalità Giuseppe Taliercio per sole donne in via Aleardi 154.

Una struttura basata sul volontariato che garantisce lo spazio di pronta accoglienza nella residenza da 21 posti letto alle spalle del Teatro Kolbe. Donne che permangono in media 6 giorni, rinnovabili fino a 18, alle quali vengono offerte cena, colazione e un posto letto, ma soprattutto un luogo di ospitalità e di ascolto in attesa che trovino un lavoro e possano spostarsi.

Lo scopo dell’associazione è anche quello di avviare un processo di integrazione delle donne sul territorio veneziano, e viceversa attuare momenti informativi per la cittadinanza. «La nostra è una onlus con 150 soci e 40 volontari», spiega il presidente Stefano Berti. «Il progetto è nato quando assessore alle Politiche sociali era Gianfranco Bettin. Come associazione ci siamo guardati tra noi nella volontà di fare qualcosa per il prossimo, e abbiamo cercato di capire quale fosse un settore debole tra quelli dell’assistenza alle persone che possono essere in difficoltà. Abbiamo scoperto che non c’era nulla o quasi per le donne che arrivano da noi in cerca di lavoro, e da qui è nata l’idea. All’inizio il Comune ci ha sostenuto, ma poi ci siamo ritrovati senza supporti economici. Ragion per cui lavoriamo ora esclusivamente grazie al 5 per mille, alle donazioni e ai volontari, con un bilancio annuale che si aggira sui 40 mila euro, spesso in rosso».

Le donne arrivano dall’estero e sanno ormai di poter trovare un appoggio in città. Vengono ospitate, imparano anche la lingua per gli aspetti fondamentali, hanno un posto dove dormire, mentre di giorno cercano lavoro. «Non arrivano più sprovvedute e senza una meta, sanno già dove andare e hanno una fitta rete di contatti», aggiunge Stefano Berti. «Si sparpagliano tra Triveneto e Lombardia, hanno parenti e amiche che le direzionano per fare le badanti, ma anche altri lavori. Sono organizzatissime. Tutto però si svolge alla luce del sole, poiché siamo in stretto contatto con la polizia che monitora ogni giorno i passaggi nella nostra casa dell’ospitalità, come se fosse un albergo. Sanno chi arriva e chi ci dorme, e già in passato sono state intercettate persone clandestine».

Un progetto nato nel 2002 nella parrocchia del Sacro Cuore di Mestre, divenuto pienamente operativo nel corso del 2004, grazie anche alla sinergia con Ca’ Letizia che offre la cena alle donne. Qualcosa di simile sul territorio comunale c’è solo al Betania di Venezia, ma a Mestre i numeri sono decisamente più consistenti. Solo lo scorso anno sono state 356 le donne accolte in via Aleardi.

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