«Combattiamo insieme l’ideologia estremista»
«La guerra contro l'Isis non va combattuta solo con le armi, ma con il pensiero e se alcuni musulmani residenti in Europa hanno aderito alla loro ideologia, allora siamo di fronte ad una grande sfida e abbiamo bisogno di agire contro questa ideologia estremista». A parlare e prendere posizione per la seconda volta nel giro di un paio di settimane contro la violenza dei miliziani che sta sconvolgendo il mondo, è Hamad Mahamed, l’imam della Comunità Islamica di Venezia e Provincia, siriano di origine, laureato in teologia, guida spirituale per professione e missione.
Gli affiliati all’Isis, spiega, hanno alcune note distintive: «L'ignoranza degli insegnamenti dell'Islam e delle sue leggi. Perché la maggior parte di loro ha letto e capito gli insegnamenti secondo il proprio desiderio malato e non ha frequentato l'Università per apprendere la giusta e corretta conoscenza. Soffrono di disturbi mentali e hanno un desiderio di vendetta: molti di loro erano prigionieri in Siria, Iraq, Tunisia e altri Paesi, sottoposti a torture e sevizie in prigione, per poi essere liberati improvvisamente con tutto il loro odio verso tutti gli esseri umani. Non da ultimo la giovane età: molti sono giovani e guidati dall'amore per l'avventura fuori dalla ragione e la saggezza. Come rispondere a questa ideologia estremista? Mediante la cooperazione tra i centri islamici e le autorità locali con piena trasparenza e fiducia reciproca, una cosa mancante tra le due parti: oggi la lingua dominante è il linguaggio del sospetto e della diffidenza, le autorità locali spesso guardano i musulmani con sospetto e questo è l'errore di fondo. Dobbiamo avere un rapporto di cooperazione e consultazione. Gli imam hanno il compito di educare i musulmani e di ampliare la loro consapevolezza, diffondere gli insegnamenti di pace e di convivenza con gli altri, perché il Corano si rivolge alla gente del Libro (ebrei e cristiani) in centinaia di versetti e ci insegna il principio di convivenza con gli altri basato sull’amore e sulla pace. Bisogna diffondere la cultura del dialogo».
E ancora: «Si deve insegnare ai bambini musulmani a vivere con gli altri e il rispetto senza distinzione di colore e religione, bisogna aprire le porte dei centri islamici a tutti, come ha fatto il profeta Maometto, il quale ha ricevuto nella sua moschea settanta preti cristiani e ha permesso loro di pregare all'interno della moschea. I centri islamici devono aprirsi al dialogo con le altre religioni, al fine di trovare un rapporto di partnership e di cooperazione. Gli imam hanno l'obbligo di impedire la diffusione di idee estremiste nei centri islamici. Infine spero che la questione Isis non diventi un motivo per reprimere i musulmani in Europa, e non dovrebbe essere strumentalizzato da nessuna parte politica. Come imam», conclude, « siamo molto appassionati alla sicurezza dell'Europa perché siamo scappati dal terrorismo e dall’ingiustizia in un'Europa più giusta e più sicura. Pertanto così noi come agli europei ci è cara la questione della sicurezza e la stabilità dell’Europa».
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