«Combattiamo insieme l’ideologia estremista»

Appello dell’imam Hamad Mahamed: «Affiliati dell’Isis ignoranti e animati solo dalla vendetta. I centri islamici e le comunità locali non siano diffidenti tra loro»
Di Marta Artico
Ramadan Parco San Giuliano
Ramadan Parco San Giuliano

«La guerra contro l'Isis non va combattuta solo con le armi, ma con il pensiero e se alcuni musulmani residenti in Europa hanno aderito alla loro ideologia, allora siamo di fronte ad una grande sfida e abbiamo bisogno di agire contro questa ideologia estremista». A parlare e prendere posizione per la seconda volta nel giro di un paio di settimane contro la violenza dei miliziani che sta sconvolgendo il mondo, è Hamad Mahamed, l’imam della Comunità Islamica di Venezia e Provincia, siriano di origine, laureato in teologia, guida spirituale per professione e missione.

Gli affiliati all’Isis, spiega, hanno alcune note distintive: «L'ignoranza degli insegnamenti dell'Islam e delle sue leggi. Perché la maggior parte di loro ha letto e capito gli insegnamenti secondo il proprio desiderio malato e non ha frequentato l'Università per apprendere la giusta e corretta conoscenza. Soffrono di disturbi mentali e hanno un desiderio di vendetta: molti di loro erano prigionieri in Siria, Iraq, Tunisia e altri Paesi, sottoposti a torture e sevizie in prigione, per poi essere liberati improvvisamente con tutto il loro odio verso tutti gli esseri umani. Non da ultimo la giovane età: molti sono giovani e guidati dall'amore per l'avventura fuori dalla ragione e la saggezza. Come rispondere a questa ideologia estremista? Mediante la cooperazione tra i centri islamici e le autorità locali con piena trasparenza e fiducia reciproca, una cosa mancante tra le due parti: oggi la lingua dominante è il linguaggio del sospetto e della diffidenza, le autorità locali spesso guardano i musulmani con sospetto e questo è l'errore di fondo. Dobbiamo avere un rapporto di cooperazione e consultazione. Gli imam hanno il compito di educare i musulmani e di ampliare la loro consapevolezza, diffondere gli insegnamenti di pace e di convivenza con gli altri, perché il Corano si rivolge alla gente del Libro (ebrei e cristiani) in centinaia di versetti e ci insegna il principio di convivenza con gli altri basato sull’amore e sulla pace. Bisogna diffondere la cultura del dialogo».

E ancora: «Si deve insegnare ai bambini musulmani a vivere con gli altri e il rispetto senza distinzione di colore e religione, bisogna aprire le porte dei centri islamici a tutti, come ha fatto il profeta Maometto, il quale ha ricevuto nella sua moschea settanta preti cristiani e ha permesso loro di pregare all'interno della moschea. I centri islamici devono aprirsi al dialogo con le altre religioni, al fine di trovare un rapporto di partnership e di cooperazione. Gli imam hanno l'obbligo di impedire la diffusione di idee estremiste nei centri islamici. Infine spero che la questione Isis non diventi un motivo per reprimere i musulmani in Europa, e non dovrebbe essere strumentalizzato da nessuna parte politica. Come imam», conclude, « siamo molto appassionati alla sicurezza dell'Europa perché siamo scappati dal terrorismo e dall’ingiustizia in un'Europa più giusta e più sicura. Pertanto così noi come agli europei ci è cara la questione della sicurezza e la stabilità dell’Europa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:imamguerraisis

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia