Coltivano marijuana in serre “indoor”, insospettabile coppia finisce in manette
Mirano. Una proficua attività di controllo del territorio messa in campo dai Carabinieri di Mestre ha portato, nella mattinata di venerdì 5 maggio, all’arresto di due incensurati, V.S., trentaquattrenne italiano, e R.A., ventiduenne moldava, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A seguito di indagini condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Mestre nell’ambito del consumo e spaccio di stupefacenti in area lagunare e entroterra mestrino, la coppia è stata sorpresa presso la loro abitazione di Mirano con una vera e propria coltivazione di cannabis.
L’attività è iniziata alle prime luci della mattina, quando i Carabinieri hanno fermato per un controllo il veicolo su cui viaggiava l’uomo: eseguita la perquisizione, sono state rinvenute alcune piccole dosi di marijuana, pertanto i militari dell’Arma hanno potuto procedere alla successiva perquisizione domiciliare. Passata al setaccio l’intera abitazione in cui l’uomo conviveva con una ragazza di origine moldava: i materiali rinvenuti al suo interno hanno fatto ben comprendere come il “pollice verde” fosse una dote dei due giovani, che certamente da molto tempo coltivavano marijuana in casa.
Lo stupefacente rinvenuto, ottocento grammi circa di marijuana essiccata e pronta per la cessione, è di sicuro una piccola parte di quanto effettivamente prodotto dai due giovani.
Durante la perquisizione domiciliare effettuata dai Carabinieri di Mestre, sono state infatti trovate sei piante di cannabis in crescita all’interno di due serre “indoor” (situate nella camera da letto dei due giovani), e denaro contante (più di duemila euro), oltre a materiale vario atto al confezionamento e al successivo smercio dello stupefacente. Tutto è stato posto sotto sequestro, in attesa di ricevere ulteriori disposizioni dall’Autorità Giudiziaria. Oggi, sabato, il rito direttissimo. Il giudice ha convalidato il solo arresto di S.V. che è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa. Entrambi sono tornati in libertà.
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