"Colpo di tacco" della Finanza nei calzaturifici della Riviera: 132 operai irregolari, 8 laboratori chiusi

MIRA. "Strage" di laboratori irregolari e di lavoratori non in regola nel comparto calzaturiero in Riviera del Brenta: 132 gli operai irregolari individuati, 8 le attività chiuse. Questi i numeri dell’operazione “Colpo di Tacco”, iniziata nel novembre dello scorso anno, dalla Guardia di Finanza di Venezia nei confronti dei tomaifici illegali che operano nel distretto industriale della calzatura della Riviera del Brenta,
Nei giorni scorsi un centinaio di finanzieri, tra militari della Compagnia di Mirano e Baschi Verdi di Venezia, hanno attuato un secondo massiccio piano di interventi, in collaborazione con la Direzione territoriale del lavoro, con l’Inps e con l’Ufficio Igiene dell’Asl 13 di Dolo-Mirano, nei confronti di decine di opifici improvvisati che continuano ad agire attraverso sistematiche azioni evasive, provocando gravi danni economici nel tessuto economico della Riviera del Brenta.
Nel corso dell’operazione “Colpo di tacco” sono state complessivamente accertate irregolarità fiscali e contributive su oltre il 70% dei 48 laboratori manifatturieri sottoposti a controllo, nei quali sono stati individuati 28 lavoratori in nero e 104 impiegati irregolarmente. Segnalati all’autorità giudiziaria anche 2 cinesi irregolarmente presenti sul territorio italiano, intenti a produrre parti di calzature, nonché il loro datore di lavoro per averli illecitamente impiegati. In quattro casi i Finanzieri hanno riscontrato una presenza di lavoratori in nero superiore al 30% del totale e, su disposizione della Direzione Provinciale del Lavoro, si è proceduto alla sospensione immediata delle attività. Con l’ausilio degli ispettori dell’ULSS 13 di Dolo-Mirano, è stato inoltre riscontrato il mancato rispetto dei requisiti minimi di salubrità dei luoghi di lavoro in ulteriori quattro opifici, la cui produzione è stata prontamente sospesa, in attesa che vengano ripristinate idonee condizioni lavorative.

I controlli hanno evidenziato un consolidato ed illecito modus operandi posto in essere da questi spregiudicati “imprenditori”, in gran parte cinesi, che sfruttano loro connazionali più “deboli” o in stato di bisogno, costringendoli a lavorare - in alcuni casi sorvegliati da telecamere - in luoghi malsani e pericolosi o, addirittura, attribuendo loro
fittiziamente la titolarità del laboratorio nel tentativo di allontanare responsabilità amministrative e penali. Nei confronti di tutte le imprese individuate sono in corso gli opportuni approfondimenti fiscali. Sotto la lente d’ingrandimento dei controlli anche gli abusi edilizi riscontrati mediante lo scambio informativo attuato dalla Guardia di Finanza con i sindaci dei Comuni interessati della Riviera del Brenta.
Spiegano dalla Finanza che "L’analisi dei dati complessivi emersi a seguito dei due interventi evidenzia la necessità di proseguire nell’azione di polizia economico-finanziaria a tutela della produzione calzaturiera di alta qualità della Riviera del Brenta, rappresentativa dell’eccellenza del Made in Italy, il cui fatturato è pari a circa un miliardo di euro e le cui imprese impiegano quasi 6 mila lavoratori".
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