Colpo da tremila euro in canonica

Bibione. Nessun segno di effrazione, don Andrea aveva comunicato di assentarsi per qualche giorno
Di Rosario Padovano

BIBIONE. Aveva scritto sul bollettino parrocchiale che si sarebbe assentato per qualche giorno per un viaggio in Slovacchia. Il ladro deve aver letto questa notizia, pubblicata sia su carta che sul web al sito parrocchiale, e si è intrufolato nella canonica, portando via 3.000 euro senza commettere alcuna effrazione, e senza quindi provocare danni.

Inquietante furto nella canonica di Bibione, in via Antares, non lontano dalla Casa del giovane e soprattutto dalla chiesa di Maria Assunta. Stavolta a essere presa di mira è stata la casa del parroco don Andrea Vena, di ritorno da un viaggio nella Repubblica Slovacca.

Le modalità del raid fanno riflettere. Molto probabilmente il ladro, stando anche a quanto raccontato da persone vicine al parroco ai carabinieri e alla polizia locale, è entrato in possesso delle chiavi. In che modo questo non si può spiegare. Ce le aveva già? Gli era stato affidato un mazzo? Di sicuro alle forze dell’ordine verranno elencati dei nomi su cui si concentreranno ovviamente le indagini. Al vaglio i filmati delle telecamere. È probabilmente stato inquadrato. Da quando il parroco originario di Porcia (Pordenone) ha preso possesso della parrocchia di Bibione è il settimo furto, fra commessi e tentati, commesso tra canonica e chiesa.

È un numero esagerato, un invito alla riflessione sul fatto che la chiesa di Bibione sia presa di mira da troppo tempo. Infatti, nel conto della canonica, si contano due raid precedenti, che vanno così a sommarsi a quello di mercoledì mattina e ai quattro colpi effettuati in chiesa, dove a “farne le spese” sono state nel tempo le cassette delle offerte.

C’è da dire che i ladri che hanno agito in chiesa sono stati tutti o denunciati o arrestati, e alcuni di questi erano pure recidivi. Ma il colpo messo a segno in canonica l’altra sera fa molto più male.

Perchè ad agire potrebbe essere stata appunto una persona vicina al parroco, che sapeva dove andare a mettere le mani. Chissà come è venuto in possesso di queste chiavi. A scoprire il colpo è stato il custode.

«Non ci sono segni di effrazione, è questo l’aspetto che più inquieta di tutta la vicenda», ha dichiarato l’uomo alle forze dell’ordine intervenute, «so che gli inquirenti dovranno compiere ulteriori sopralluoghi».

Il ladro, dopo aver aperto la porta d’ingresso, è penetrato nell’abitazione e in un punto ben preciso ha trovato la cassetta di sicurezza con dentro il denaro. Quei 3.000 euro sarebbero serviti al ritorno a don Vena per pagare alcune spese, e soprattutto per aiutare i più bisognosi. Ferma la condanna del gesto da parte di don Andrea. «È un fatto assolutamente spiacevole che si è verificato in mia assenza», ha riferito il presule, «rientro a Bibione, poi valuterò il da farsi».

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