Colf deruba 300 mila euro in soldi e gioielli algiudice per il quale lavora, patteggia venti mesi
SAN DONA'. La domestica che ha derubato il giudice Licia Marino, la sandonatese Sonia Coldebella, ha preferito evitare il processo e ha trovato l’accordo con il pubblico ministero e ieri il giudice monocratico di Venezia ha letto la sentenza di patteggiamento: un anno e otto mesi di reclusione. Ha anche risarcito con cinquemila euro la giudice e altri cinquemila euro la madre del magistrato, anch’essa derubata di soldi e gioielli.
Una brutta storia che inizia nel 2013. Con la dottoressa Marino, un tempo giudice al Tribunale penale di Venezia e poi al Tribunale per i minori e ora presidente del Tribunale penale di Pordenone, è stato coinvolto tutto il suo nucleo familiare, letteralmente depredato da una italianissima domestica, regolarmente assunta per affrontare un difficile periodo, nel quale si erano concentrati ben tre interventi chirurgici che avevano coinvolto figlia e mamma del magistrato. L’imputata si era dimostrata disponibilissima, pronta ad aiutare, aveva anche accettato di raggiungere a Novara, dove abita, l’anziana madre della giudice. Peccato che, nel giro di un anno e mezzo, le famiglie Ferrario, ovvero la famiglia della mamma del magistrato, e Marino hanno subito ben cinque furti, tutti senza scasso, commessi a San Donà e a Novara. Si era dimostrata abilissima nel gettare sospetti sugli altri, tra cui una povera badante marocchina e addirittura su un componente della famiglia, poi risultate entrambe del tutto innocenti. Aveva utilizzato i trasferimenti a Novara per completare la razzia, approfittando delle gravi infermità che affliggono una delle vittime, in sedia a rotelle, quasi sorda e gravemente malata.
«È stato terribile», ha raccontato la dottoressa Marino, «le avevamo dato fiducia, ci fidavamo di lei. E lei non ha avuto alcuno scrupolo, cercando di indirizzare su altri i nostri sospetti, creando tensioni in famiglia e soprattutto approfittando della malattia di un’anziana inerme e di un momento davvero molto duro per la concomitanza di quei vari interventi chirurgici che ci avevano messo in una condizione di difficoltà con la richiesta di aiuto e assistenza. La polizia di Jesolo ci ha aiutato davvero tanto e grazie a loro siamo riusciti a scoprire cosa fosse accaduto».
L’avvocato Andrea Franco, parte civile, ha accettato i diecimila euro, ma ha spiegato di non essere assolutamente soddisfatto, visto che il danno è stato ben superiore, si parla di furti per 300 mila euro. Mentre l’avvocato Marianna De Giudici, sempre per conto delle parti offese, ha già avviato una causa civile nei confronti della Coldebella, ottenendo il sequestro conservativo di un appartamento di sua proprietà, visto che non sembra abbia disponibilità di denaro liquido.
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