Coin verso la chiusura futuro a rischio per 90 dipendenti

Disdetto il contratto d’affitto dal prossimo 28 febbraio  Il canone annuo è passato da 580 mila a 3 milioni di euro
Coin chiuderà il 28 febbraio. Un rischio vero, concreto, perché l’azienda ha disdetto il contratto di affitto del palazzo di Rialto, un punto di riferimento storico per gli acquisti dei veneziani: 90 dipendenti del negozio rischiano così di restare senza lavoro.


Un Natale davvero amaro per loro, anche se le organizzazioni sindacali non si danno per vinte e sono mobilitate per dare una conclusione diversa a questa storia, che nasce da una diatriba “in famiglia” sul canone di affitto. Una delicata querelle tra la Coin srl, inquilina del palazzo, e la società Drizzly di Paola Coin, proprietaria dell’immobile, che vuole rinegoziare il contratto, forte anche delle offerte già ricevute da altri gruppi. Si parla del colosso H&M. Di mezzo c’è l’aumento del canone di locazione: dagli attuali 580 mila euro all’anno a 3 milioni. Prezzi di mercato, ma non alla portata di un gruppo storico, ma in difficoltà a Venezia.


«Novanta famiglie: questa chiusura va assolutamente evitata», conferma il sindacalista Fabio Marchiori, che – a nome di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil – dà voce alle lavoratrici e ai lavoratori di Coin, che ieri mattina hanno distribuito migliaia di volantini ai passanti, prima dell’apertura del negozio: per loro potrebbe essere l’ultimo Natale al lavoro. Una prospettiva drammatica.


«La proprietà dell’immobile ha mandato la disdetta del contratto di affitto dal 28 febbraio, sembra che ci sia un marchio internazionale disposto a pagare cifre folli, 3 milioni di euro», prosegue Marchiori, «una speculazione sugli affitti senza precedenti. Venezia così perderà un marchio storico e ci sono 90 famiglie che rischiano di rimanere a casa, perché la società che subentra non è tenuta ad assumere le lavoratrici e i lavoratori di Coin».


Le voci danno, appunto, per pronta a subentrare H&M. Le vetrine del primo grande magazzino di Venezia si sono illuminate per la prima volta nel 1947: alcuni anni fa la ristrutturazione in “Excelsior” , con marchi di alta gamma, che però si è rivelata un’idea manageriale non azzeccata fin dall’inizio e che nell’ultimo anno ha subito la netta concorrenza del vicino T Fondaco, tanto che in questi mesi i dipendenti erano già scesi da 115 a, appunto, novanta.


C’è una soluzione?


«Abbiamo chiesto al Comune di convocare tutte le parti e ci ha dato piena disponibilità», conclude il sindacalista, «non vogliamo trovarci con un dramma sociale di questa portata il 28 febbraio: va trovata un’intesa sull’affitto, per un aumento compatibile con il lavoro».


L’assessore Renato Boraso, su delega del sindaco Brugnaro, ha infatti convocato le parti per il 5 dicembre.


Roberta De Rossi


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