Coin, sgombero e trenta licenziamenti

Gli ufficiali giudiziari hanno intimato di liberare i locali entro il 12 aprile. Lunedì mattina “occupazione” dei dipendenti
Interpress/Mazzega Pivato Venezia, 23.09.2015.- Presentazione alla stampa del restaurato negozio COIN Excelsior
Interpress/Mazzega Pivato Venezia, 23.09.2015.- Presentazione alla stampa del restaurato negozio COIN Excelsior

I settant’anni di storia di Coin Excelsior e il destino di novanta posti di lavoro sono appesi a un niente. Nei giorni scorsi, gli ufficiali giudiziari hanno notificato da parte della proprietà dell’immobile di Rialto, la società Drizzly srl di Paola Coin, lo sgombero dei locali entro il prossimo 12 aprile, comunicando anche la restituzione dell’avviamento.

La risposta di Coin srl, che non era riuscito a chiudere la trattativa per il nuovo contratto pur offrendo due milioni di affitto contro i tre chiesti dalla proprietà, è stata un altro colpo in una vertenza difficile sin dall’inizio e che ora appare disperata. Coin srl ha infatti ha aperto la procedura per la riduzione del personale che, per il momento, dovrebbe riguardare una trentina di persone. Altri dipendenti esterni - come gli addetti ai corner - rischiano la stessa sorte. «Un atto dovuto - dicono dall’azienda - attuato alla luce delle azioni formali condotte dalla proprietà dell'immobile».

Immediata la replica dei sindacati che hanno organizzato per lunedì mattina l’ “occupazione” simbolica dello store. Commesse e commessi saranno al loro posto di lavoro, ma non muoveranno un dito. Per due ore, dalle 10 alle 12, in un clima che si annuncia surreale, le clienti non potranno pagare alle casse, nè chiedere una taglia diversa, nè avere informazioni su una crema o una tovaglia. È possibile, a quel punto, che il negozio venga chiuso al pubblico, alla vigilia di una settimana in cui Coin Excelsior si giocherà il tutto per tutto: o dentro o fuori, sebbene la via di mezzo della proroga del contratto di altri sei mesi, o un anno, potrebbe essere la soluzione meno traumatica, anche se non risolutiva.

Martedì mattina, infatti, è stata fissata davanti al giudice civile Lina Tosi, l’udienza per decidere in merito alla richiesta di sospensiva dello sfratto e le modalità di riconsegna dei locali. Le organizzazioni sindacali hanno fissato un presidio fuori dal Tribunale insieme ai dipendenti del negozio con la speranza, come spiega Fabio Marchiori di Uiltucs, «che si tenga conto della delicata situazione che coinvolge le sorti di 94 famiglie». Senza una proroga, infatti, non ci sarebbe infatti il tempo materiale per trovare soluzioni alternative.

«Esprimiamo grande rammarico per l’inevitabile conclusione a cui sta giungendo la vicenda» dicono ancora da Coin srl «e rimarchiamo ancora una volta la volontà di ritornare in città non appena si renderà disponibile una soluzione in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze commerciali aziendali».

E in quel «ritornare», che non è «restare», c’è tutto. Ci sono mesi di trattativa, dell’impossibilità di far fronte a un affitto che, partito da 590 mila euro, era stato sestuplicato, di qualche tenue speranza, della lettera che i dipendenti hanno scritto a Paola Coin chiedendole «di mettersi una mano sul cuore», del Natale passato con la pelle sollevata, e poi del muro contro muro, degli avvocati, delle carte bollate, fino all’ombra della rinuncia.

All’ultimo incontro in Regione, il mese scorso - alla presenza anche dell’assessore Renato Boraso, che si è speso in prima persona in questa vicenda - la proprietà non si era fatta vedere. Venerdì prossimo, sempre in Regione, l’ultimo tentativo.

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