Codice per gli alloggi turistici Ca’ Farsetti dice sì alla legge
VENEZIA. «Siamo pienamente d’accordo con il disegno di legge voluto dalla Regione che prevede l’introduzione dell’obbligo di registrazione per gli affitti di alloggi turisti e l’esposizione di un codice di registrazione all’esterno delle attività. Visto che abbiamo già introdotto sul sito del Comune un numero di registrazione per gli alloggi turistici, potremmo anzi farlo coincidere con quello che sarà previsto dal registro pensato dalla Regione».
L’assessore al Bilancio Michele Zuin guarda con favore alle nuove norme che l’assessore regionale al Turismo Federico Caner ha illustrato, come un modo anche per far emergere il “nero” ancora fortemente presente nel sistema delle affittanze di alloggi turistici, in particolare a Venezia.
«I dati dell’imposta di soggiorno istituita dal Comune ci dicono, soprattutto per il secondo trimestre del 2018 - spiega ancora Zuin - che è cresciuto in modo sensibile il gettito derivante da affitti turistici, dopo le misure adottate dal Comune e l’obbligo di registrazione sul sito che abbiamo attivato. Un dato che probabilmente unisce l’emersione dal “nero” di chi ha deciso di registrarsi e invece l’iscrizione da parte di chi ha avviato nuove affittanze turistiche in città. Ma l’emersione dell’evasione è un obiettivo che ci accomuna al provvedimento annunciato dalla Regione sugli alloggi turistici, oltre a un’altra esigenza, per noi altrettanto importante: quella di conoscere l’identità di chi prende in affitto un alloggio turistico, anche per ragioni di sicurezza».
Secondo la proposta regionale, chi non risulterà iscritto al portale che verrà creato per gli alloggi turistici e non avrà il codice di registrazione esposto, darà soggetto ai controlli che saranno affidati anche al Comune sull’agibilità, sulla conformità alle prescrizioni urbanistiche, edilizie, igienico sanitarie e alle norme per la sicurezza degli impianti. Alla Guardia di Finanza spetteranno invece i controlli fiscali, che a Venezia sono stati già avviati sugli alloggi turistici, anche in collaborazione con Ca’ Farsetti.
«Siamo pronti a collaborare pienamente con la Regione anche sotto il profilo dei controlli», spiega ancora l’assessore Zuin, «anche se su questioni come ad esempio la presenza o meno di fosse settiche, le situazioni andranno valutate caso per caso, proprio per la particolare conformazione della nostra città». Il portale del Comune sta offrendo la possibilità di monitorare quante strutture regolari sono presenti in città.
Si tratta a Venezia di oltre 3200 strutture complementari, posti letto non identificabili in alberghi, di cui quasi 1900 sono locazioni turistiche, appartamenti che vengono affittati tramite cedolare secca, o perché non hanno avuto il cambio d’uso o perché per diventare B&B avrebbero dovuto fare le fosse settiche oppure perché è semplicemente più conveniente.
Quasi il 60 per cento delle strutture turistiche non alberghiere sono dunque costituite da appartamenti. Nell’intero territorio comunale le strutture complementari sono oltre 3.700, e le locazioni turistiche oltre 2 mila, pari a quasi il 60 per cento del totale. Nella città storica si trova oltre il 91 per cento delle locazioni turistiche del territorio comunale. Venezia è tra le poche città d’arte a non avere ancora trovato una soluzione con Airbnb, il portale leader degli alloggi turistici. —
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