Cocaina, Gottardo e Savio muti davanti al giudice

CAMPAGNA LUPIA. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Massimo Gottardo e Samantha Savio comparsi rispettivamente ieri davanti ai tribunali di Padova e Venezia con l’accusa di traffico di...

CAMPAGNA LUPIA. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Massimo Gottardo e Samantha Savio comparsi rispettivamente ieri davanti ai tribunali di Padova e Venezia con l’accusa di traffico di stupefacenti.

I due sono finiti in carcere nel corso di una operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco che ha portato complessivamente all’arresto di 4 persone nei giorni scorsi.

La magistratura ha comunque disposto la convalida dell’arresto i carcere per Massimo Gottardo 49 anni, di Campagna Lupia, e gli arresti domiciliari per Samantha Savio 24 anni, residente a Sant’Angelo di Piove .In carcere resta Montassar Missaoui, domiciliato a Brugine mentre ai domiciliari c’è anche Claudio Garato, 54, domiciliato a Campagna Lupiaa. A difendere i due imputati comparsi ieri c’erano gli avvocati Pascale De Falco e Giorgio Pietramal per Gottardo e lo stesso De Falco e Sara Pecin per Samantha Savio. I difensori hanno suggerito questo tipo di difesa, per acquisire documentazioni sul caso e chiedere poi la concessione di misure di restrizione della libertà meno stringenti.

I due imputati che si sono presentati davanti ai giudici sono finiti nei guai grazie ad una operazione dei carabinieri di Piove di Sacco condotta dal capitano Enrico Zampolli, partita nell’agosto del 2014 che ha stroncato un giro di spaccio di stupefacenti gestito da due bande, complici fra loro, che si erano divise il “mercato” della cocaina della Saccisica e della Riviera del Brenta. Missaoui da quanto scoperto faceva da grossista della droga, rifornendo una rete di complici, fra cui la fidanzata Samantha Savio, che all’epoca dei fatti gestiva un bar a Campolongo Maggiore, in grado di piazzare fino a un etto di cocaina alla settimana tra il Piovese, la Riviera e la zona di Saonara.

Alessandro Abbadir

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia