Cnr, via al restauro della piattaforma Sarà rifatta in 3 mesi
Ottocentomila euro per restaurare la Torre oceanografica del Cnr. Un’operazione complessa, che entro la fine dell’estate restituirà ai ricercatori veneziani il loro gioiello, punto di riferimento per i dati sulla laguna, le maree, lo stato di salute del mare. E da qualche tempo anche per la meteorologia, con la possibilità per i cittadini di collegarsi con la webcam in funzione 24 ore su 24.
La piattaforma “Acqua Alta” era stata installata nel 1970 otto miglia al largo del Lido. All’indomani dell’alluvione del 4 novembre 1966, di cui ricorre quest’anno il 50esimo anniversario, aveva ripreso vigore la ricerca, con la necessità di disporre dei dati mareografici in tempo reale. A volerla l’ingegnere del Cnr Roberto Frassetto, che aveva avuto l’intuizione di creare un punto di monitoraggio ambientale per il mare e la laguna in mezzo all’Adriatico. La società Micoperi di Ravenna aveva donato al Cnr-Istituto Grandi masse la struttura, poi potenziata negli anni. Adesso la Torre, che da 36 anni poggia su un fondale profondo 16 metri, esposta ai venti, alle onde e alle intemperie, ha bisogno urgente di restauro, in particolare per i quattro pali con rinforzo in calcestruzzo che la sostengono. Bisognerà poi segarla a due metri sopra il livello del mare e trasportare la parte emersa in cantiere a Chioggia. Rinforzi e manutenzione a cura della società Iconia dell’ingegnere Renato Vitaliani, che ha vinto la gara d’appalto.
«Costi abbastanza contenuti», dice Mauro Sclavo, ricercatore del Cnr e coordinatore del progetto. L’obiettivo, spiega, è quello di intensificare l’attività di ricerca nel settore ambientale. Strumentazione d’avanguardia nella piattaforma, che è in grado di fornire dati sullo stato di salute del mare e della laguna. Oggi il flusso delle maree viene controllato in piattaforma e fornisce con un certo anticipo i dati al Centro maree del Comune, al Consorzio Venezia Nuova e all’Ispra. Ma infinite sono le possibilità di valorizzare questa attività che può dare lavoro anche a molti giovani. Ricerca pubblica un po’ tenuta in secondo piano negli anni del monopolio per i lavori della salvaguardia. Che adesso i nuovi dirigenti e i giovani ricercatori intendono rilanciare.
Ieri alla Teza 104, nuova sede del Cnr restaurata negli antichi capannoni dell’Arsenale, la presentazione della ricerca sulla storia della piattaforma.
Con un lavoro sulle normative internazionali che riguardano le piattaforme di questo tipo, equiparate a navi, elaborato da una studentessa di Ca’ Foscari, Elisa Collazzoni.
E una ricerca sulla storia della piattaforma firmata da Mauro Scalvo, Mauro Bastianini e dall’ingegnere Angela Pomaro.Nei prossimi giorni comincerà l’iter per le autorizzazioni e i permessi, ai primi di giugno i lavori veri e propri di restauro che si concluderanno in 90 giorni.
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