Cloe, il prof che si sente donna ora chiede 10 mila euro di danni al Ministero

SAN DONA’. Cloe, il professore di fisica dell’istituto superiore Scarpa-Mattei di San Donà ha presentato ricorso con l’avvocato veneziano Marco Vorano al Tribunale del lavoro di Venezia perché venga annullata la sanzione di tre giorni di sospensione dall’insegnamento decisa nel febbraio scorso nei suoi confronti al termine di un’ispezione. Chiede, inoltre, un risarcimento di 10 mila euro al ministero dell’Istruzione per i danni subiti a causa della sanzione. Il presidente del Tribunale del Lavoro Luigi Perina ha già fissato l’udienza per il mese di giugno.
Aveva suscitato discussioni accese all’interno della scuola, ma niente di più, il fatto che il professore, un giorno di novembre si era presentato in classe vestito da donna. Per l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, invece, era stato uno scandalo e si era chiesta che cosa aspettava l’Ufficio scolastico regionale a spedire un’ispezione in quella scuola. Pochi giorni dopo l’ispettore era arrivato e alla fine aveva deciso per la sospensione di tre giorni del professore trasgender. «Nella sanzione si legge che (pag.1) la professoressa avrebbe messo in atto un comportamento violante al decoro della funzione docente anche ed a partire dell’abbigliamento», sostiene nel ricorso l’avvocato Vorano, «L’affermazione è infondata e particolarmente grave laddove con la congiunzione “anche” si sottolinea in modo platealmente discriminatorio che la prof. avrebbe violato il decoro della propria professione non solo per aver indossato abiti non adeguati ma anche per aver effettuato la scelta di essere donna in un corpo (momentaneamente) maschile. Sotto il primo dei due profili enunciati si osserva come l’abbigliamento femminile indossato nel giorno 27 novembre non possa esser assolutamente giudicato non decoroso essendo vestiti che vengono utilizzati in analoghe situazioni da coetanee della prof. Certo potrà esser più o meno di gradimento, ma di per certo non può esser definito indecoroso».
E ancora: «La prof. non appariva prima del 27 novembre, agli occhi dei propri allievi, come il “prototipo del Maschio.” Tutti conoscevano il vero genere della professoressa. La ricorrente, dal febbraio-marzo del 2015, è solita girare in orario extra-scolastico vestita da donna. In più occasioni è stato visto abbigliato da donna per la strada. In realtà, il giorno in cui la prof.ssa si è presentata a scuola vestita da donna non ha determinato un clamoroso effetto sorpresa né sul corpo docente né sui suoi allievi... La professoeressa, benchè non fosse tenuta, ha specificatamente avvertito il proprio superiore gerarchico sulle sue intenzioni tant’è che quest’ultimo ha organizzato una riunione nel giorno, immediatamente, successivo al fine di notiziare tutta la scuola». Per quanto riguarda il danno subito, Cloe «si è sentita discriminata e punita in ragione del proprio essere e non della sua condotta».
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