Civile, tagli confermati Salvataggio di Villa Salus

Sanità: approvazione definitiva delle schede ospedaliere da parte della Regione A Mestre ottanta dipendenti non perdono il lavoro, Chioggia guadagna posti letto
Di Simone Bianchi
Venezia 20070420 OSPEDALE CIVILE in foto L' OSPEDALE CIVILE SAN GIOVANNI E PAOLO (INTERPRESS/InterPress )
Venezia 20070420 OSPEDALE CIVILE in foto L' OSPEDALE CIVILE SAN GIOVANNI E PAOLO (INTERPRESS/InterPress )

L’approvazione delle schede ospedaliere da parte della Giunta regionale scongiura il rischio di un forte taglio di posti di lavoro a Villa Salus, a Mestre. Da Palazzo Balbi ieri pomeriggio è infatti stata ripristinata l’assegnazione della attività chirurgico-ortopedica per la clinica del Terraglio. Possibilità indicata sin da subito dalla Giunta, ma che la V commissione regionale aveva invece cassato nella sua disamina delle schede fatta due mesi fa e che inizialmente voleva però essere una sorta di compensazione alla perdita del Punto nascite in favore dell’ospedale dell’Angelo, confermata peraltro dalle schede approvate ieri.

«La Giunta ha accolto il nostro appello e quello dei sindacati», commenta rinfrancato Mario Bassano, direttore generale vicario di Villa Salus. «Ora le prospettive saranno diverse, perché ci permetteranno di guardare con più serenità al futuro. Assieme ai sindacati cercheremo di capire come garantire il posto di lavoro a tutti, perché non è certo nostra volontà lasciare a casa i dipendenti».

Senza la possibilità ora concessa dalla Giunta regionale Villa Salus si sarebbe trovata costretta a rivedere la posizione di un’ottantina di lavoratori. Aspetto importante è anche quello della conferma dei posti letto e delle attività chirurgico ortopediche al Policlinico San Marco, come indicato dalla V commissione, cosa che di conseguenza eviterà ulteriori esuberi dopo quelli della scorsa primavera.

Asl 10 Veneto Orientale. Sono complessivamente 516 i posti letti confermati nelle schede ospedaliere e territoriali varate ieri, con 26 primariati. Nello specifico, 218 posti letto e 11 dirigenti medici a San Donà, mentre Portogruaro può contare su 228 posti letto e 12 primariati. Chiude il cerchio la struttura di Jesolo che avrà un indirizzo riabilitativo e che disporrà di 70 letti e 3 primari. Saranno invece 103 i letti disponibili nelle strutture private convenzionate del territorio.

Asl 12 Venezia. Confermato il taglio cospicuo di posti letto per Venezia e Mestre, con un totale di disponibilità per l’intera Asl che recita 878 posti letto e 56 primariati. L’ospedale dell’Angelo sarà l’Hub di riferimento per tutte le quattro aziende sanitarie veneziane, così come Mestre rimarrà sede della Banca degli Occhi e Venezia avrà nel Civile un presidio ospedaliero di rete.

Ci sarà poi la possibilità di attivare ulteriori 50 posti letto di struttura intermedia (ancora però da definire come e dove), dei quali 20 riguarderanno direttamente Venezia. Infine, per i pazienti fuori Regione vanno aggiunti altri 20 posti letto di disponibilità.

Per quanto riguarda lo specifico, l’Angelo disporrà di 568 letti e 38 dirigenti medici, mentre il Civile ne avrà 310 e 18. Le strutture private accreditate sono state confermate con 150 letti al Policlinico San Marco, 100 al San Camillo del Lido, 182 a Villa Salus e 78 al Fatebenefratelli a Venezia.

Asl 13 Mirano-Dolo. Tutto come da copione per questa Asl che potrà contare su 647 letti e 26 primari. L’ospedale di Mirano, che vede confermata l’attività cardiochirurgica ad esaurimento in favore dell’Hub mestrino, conterà su 290 letti e 11 apicalità. L’ospedale di Dolo avrà invece 357 posti e 15 dirigenti medici. La struttura di Noale, che dovrebbe essere uno dei famosi e annunciati “ospedali di comunità”, potrà essere valutata anche con indirizzo riabilitativo.

Asl 14 Chioggia. Confermato l’incremento di posti letto per l’ospedale chioggiotto. Si sale da 220 a 238 con 17 primari.

Le Asl avranno ora tempo fino al 2015 per attuare il Piano e le indicazioni delle schede ospedaliere e territoriali. La richiesta di sindacati e amministratori locali è però quella di attuare i tagli previsti dal piano, ormai approvato, dopo che verranno attivati gli ospedali di comunità e le altre strutture intermedie previste, in modo da non gravare eccessivamente sui servizi sanitari offerti al cittadino, con tagli magari immediati a dispetto delle attivazioni da garantire sul territorio.

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