Cittadinanza per tremila minorenni
Tremila minori figli di stranieri nati in Italia riceveranno nelle prossime settimane una lettera del Comune di Venezia che li informa della possibilità di richiedere, attraverso i genitori, la cittadinanza speciale al Comune di Venezia.
È il primo effetto del via libera, dato lunedì dal consiglio comunale veneziano, alla delibera approvata undici mesi dopo la presentazione da parte del consigliere Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra). Ora resta in discussione un’altra delibera comunale, la proposta di legge di iniziativa popolare, diretta al Parlamento, per il riconoscimento dello “Ius soli” per i giovani stranieri nati in Italia. Un percorso che si è rallentato in questi mesi, lasciando strada libera all’iniziativa simbolica, su base volontaria, e che serve a riaprire un dibattito che divide molti cittadini e partito.
Un percorso quello che ha portato al provvedimento, da parte del Comune di Venezia che ora, spiega il consigliere Bonzio, «si tradurrà nell’invio di una lettera informativa alle famiglie dei tremila ragazzi minori nati nel nostro paese e che sarà redatta dalla Direzione Affari Istituzionali assieme ai Servizi demografici». Bonzio propone anche di «organizzare nei prossimi mesi una serie di incontri informativi con le comunità e le associazioni dei cittadini stranieri più rappresentative», per promuovere la conoscenza del provvedimento. «L’obiettivo è quello di arrivare al 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ad organizzare in consiglio comunale la consegna ai ragazzi che ne faranno richiesta attraverso le famiglie della pergamena della cittadinanza speciale». Tema quello della cittadinanza che è molto sentito dai ragazzi, spiega l’assessore comunale all’Istruzione Tiziana Agostini. «Di recente siamo andati a distribuire nelle scuole, ai diciottenni, le tessere elettorali con una iniziativa nelle classi per spiegare il sistema di voto e informare i ragazzi sulla possibilità di diventare scrutatori. In alcune classi, penso all’Istituto Algarotti, sono state consegnate pochissime schede tessere perché ci sono classi in cui il numero di ragazzi stranieri, senza cittadinanza italiana, anche se nati qui, supera quello dei coetanei italiani ed è stato francamente imbarazzante non poter coinvolgere anche questi ragazzi. Insomma, la questione è di primaria importanza per questi ragazzi. E non è vero che sono disinteressati al voto, molti si sono iscritti agli albi degli scrutatori. Una opportunità che non conoscevano e hanno invece scelto tanti di richiedere».
Diversi, invece, i commenti sui social network alla notizia del provvedimento assunto dal Comune di Venezia. C’è chi ritiene il provvedimento giusto, anche se limitato, perché non sostenuto da una legislazione nazionale. Altri invece lo contestano, parlando di una scelta «inutile e che non serve a nulla se non supportata da una decisione del Parlamento». Altri invece arrivano a contestare il provvedimento temendo gli stranieri e utilizzando espressioni pesanti. «Non si può volere la globalizzazione economica e non quella delle persone. Leggo ragionamenti medievali», dice un giovane lettore.
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