Città metropolitana, il voto in agosto
L’ultima data utile per l’elezione dei 18 membri del costituendo Consiglio della Città Metropolitana è il 15 agosto prossimo. Ma visto che si tratta del giorno di Ferragosto la chiamata alle elezioni di “secondo livello” sarà decisa per il 2 o il 9 agosto dal sindaco del comune capoluogo insieme all commissario straordinario dell’ex Provincia di Venezia, Cesare Castelli.
È questa l’indicazione utile data ieri dal neosindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, durante la sua breve apparizione al termine del convegno organizzato dalla Cisl veneziana sulla costituzione, espressamente prevista da una legge nazionale fin dall’anno scorso, della Città Metropolitana di Venezia; il nuovo ente che dovrà sostituire l’abolita amministrazione provinciale. Brugnaro, atteso fin dal primo mattino al convegno che si è tenuto nel Padiglione Aquae di Expo Venice, a Porto Marghera, si è fatto vedere solo a mezzogiorno passato, dopo la relazione introduttiva del segretario della Cisl, Lino Gottardello, e al termine della tavola rotonda a cui erano già intervenuti i sindaci di Chioggia, San Donà, Spinea, Campolongo Maggiore, Mirano e i dirigenti dell’ex Provincia, dell’Asl 12, dell’Università Ca’ Foscari, nonché del sottosegretario Baretta e del presidente di Confindustria, Matteo Zoppas, che ha insistito sulla necessità di «fare sistema e rilanciare il brand Venezia, che tanto ancora ha da dire nel mondo come innovazione, design, qualità delle nostre produzioni».
L’intervento a braccio di Brugnaro ha finito per deludere un po’ tutti gli intervenuti alla tavolo rotonda che per due ore e più avevano sviscerato i complessi problemi della distribuzione di competenze e deleghe che prima appartenevano alla Provincia, da risolvere entro i primi 60 giorni dall’insediamento del sindaco della città capoluogo, ovvero Venezia.
Brugnaro si è limitato a indicare molto brevemente le due possibili date delle prossime elezioni del Consiglio Metropolitano e ha ribadito le cose già dette in materia durante la campagna elettorale e ancor prima durante la sua presidenza di Confindustria Venezia, ovvero che lui e tutti i suoi alleati sono per l’elezione diretta a suffragio universale del futuro sindaco metropolitano. «A nostro avviso», ha detto Brugnaro, «il sindaco metropolitano dovrebbe essere scelto direttamente dai cittadini per dare piena rappresentanza a tutta la popolazione della Città metropolitana che, in futuro, mi auguro si possa allargare all'intero bacino idrico: Venezia, Padova, Treviso, ma anche parti di Rovigo, Belluno e Pordenone».
Su tutte le altre spinose e pressanti incombenze per mettere in moto la nuova istituzione metropolitana Brugnaro non si è pronunciato e ha preferito soffermarsi su proposte, non meglio precisate, per recuperare «maggiori risorse» con iniziative inedite come «il trenino della cultura» che potrebbe girare le città europee con i vagoni pieni di opere d’arte veneziane. Secondo lui la continuità del «buon welfare sarà possibile solo nell'ottica di metropoli, poiché le grandi sfide future, anche economiche, si confronteranno non certo con le singole piccole realtà territoriali, ma con le grandi aree metropolitane che condividono gli stessi interessi quali cultura, turismo, economia e che dovranno essere spiegate bene agli investitori stranieri e ai vari portatori di interesse».
Nessuna risposta, di Brugnaro, invece, alle questioni sollevate dai sindaci presenti, come Giuseppe Casson (Chioggia) che ha sollecitato tutti i comuni del Veneziano «a vincere la nuova sfida identitaria della città metropolitana, superando i vecchi campanilismi con un processo costituente che si prefigura lungo e complicato» visto che i 43 sindaci dell’ex provincia stentano a riconoscere «la centralità del comune di Venezia». Anche il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, ha insistito sulla necessità di «non temere la perdita dell’identità territoriale, chiudendosi nel proprio comune e chiarire con la Regione il passaggio di competenze importanti come la gestione del ciclo dei rifiuti e dell’acqua, i trasporti e la mobilità, la pianificazione urbanistica, la protezione civile e politiche sociali e ambientali».
Un altro grande problema da risolvere, come ricordato dal sindaco di Spinea, Silvano Checchin, sarà il complicato accorpamento delle polizie municipali che dovrà fare i conti con trattamenti contrattuali del tutto diversi da comune e comune. A sua volte il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, aveva sottolineato la «urgente necessità di garantire una pianificazione strategia del territorio metropolitano in un quadro di certezze», senza la quale «nulla cambierà». Per il momento l’unico settore su cui c’è già un avanzato sviluppo in termini metropolitani è il sistema sanitario - come ha ricordato il direttore dell’Asl 12, Dal Ben - che però ha bisogno di trasferire (non si sa ancora a chi) le deleghe sulle politiche di assistenza sociale e deve decidere, insieme alla Regione, se confermare o accorpare le quattro aziende sanitarie del territorio veneziano che insieme hanno un costo di produzione di 1,7 miliardi e 9.850 dipendenti che scostano 518 milioni di euro l’anno.
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