Città metropolitana condannata a pagare l’ex direttore Apt

Il tribunale ha riconosciuto le ragioni di Tullio Galfrè il dirigente avrà 10 mila euro come premio di risultato
Interpress/Gf.Tagliapietra. 13.04.2016.- Cà Corner, protesta dei dipendenti APT.
Interpress/Gf.Tagliapietra. 13.04.2016.- Cà Corner, protesta dei dipendenti APT.

L’Apt non esiste più. Ma la Città metropolitana continua a pagare i suoi debiti. Nella fattispecie, il premio di risultato per il suo ultimo direttore generale, Tullio Galfrè. Che aveva diffidato l’azienda a corrispondergli 29 mila euro per la retribuzione variabile degli anni 2013, 2014 e una parte del 2015. Diffida a cui aveva fatto seguito un decreto ingiuntivo presentato a Ca’ Corner dal suo avvocato Marta Anselmi per riscuotere i 12 mila euro dell’anno 2013. La vicenda era finita in Tribunale, la Provincia aveva fatto ricorso ma il giudice ha accolto l’ingiunzione limitatamente all’anno 2013.

Così nei giorni scorsi il curatore fallimentare dell’Apt Paolo Marchiori ha disposto il pagamento delle somme dovute all’ex direttore generale, somme che a titolo prudenziale erano già state inserite nel fondo rischi del bilancio 2015. Anno in cui i soci dell’Azienda di Promozione turistica (Comune di Venezia, allora commissariato) e Provincia, avevano deciso lo scioglimento.

Delibera approvata il 24 marzo del 2015, che stabiliva la cessazione dell’attività a partire dal 1 aprile di quell’anno e la nomina di un liquidatore, Paolo Marchiori.

Adesso Galfrè, un passato da manager finanziario con esperienza di curatore della rivista della Fondazione di Venezia, ha deciso di ricorrere al Tribunale. Nella classifica dei redditi del 2016 si trovava in posizioni medio alte, avendo denunciato un reddito di 111.792 euro l’anno dovuti alla sua carica. Adesso dopo la conciliazione ne incasserà altri 10 mila come premio di risultato.

Una realtà che non esiste più, l’Apt. Che curava negli anni passati le informazioni turistiche, le statistiche e i bollettini degli arrivi. Un’azienda venuta meno con le sue competenze, insieme a quelle del Coses, il Consorzio per lo sviluppo economico della Provincia, anch’esso sciolto qualche anno fa da Comune e Provincia.

Risultato è che proprio nel periodo di massima espansione turistica sono venuti meno dati e statistiche sulle presenze, il traffico acqueo, i posti letto. Tanto da far dire all’amministrazione comunale e ai suoi rappresentanti che «prima cosa da fare per governare i flussi è sapere con esattezza quanti sono i turisti». Oggi con precisione nessuno lo sa. (a.v.)

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