Città della moda di fronte a un bivio. Dopo i progetti faraonici ora Acrib e Politecnico con il freno a mano

Per l’intervento su 118 mila metri quadrati a Fiesso promosso dalla Cervet resta l’interesse degli albergatori americani
Una parte dell'area di 118 mila metri quadri che doveva servire alla "Città della moda"
Una parte dell'area di 118 mila metri quadri che doveva servire alla "Città della moda"

FIESSO.  Il primo progetto è del 2007, l’anno successivo l’ha riscritto e rivisto lo studio Asa di Flavio Albanese. Poi mettici un po’ l’onda lunga dei mutui subprime americani e la crisi che ha sconquassato anche l’economia europea, e un po’ i rapporti più difficili con il Comune che rivendicava un maggiore beneficio pubblico, e tutto è finito nel cassetto.

Ma c’è da giurare che - poiché la convenzione tra Comune e proprietà è ancora in vigore - nella campagna elettorale di Fiesso per le prossime amministrative, più di dieci anni dopo la presentazione del progetto, si continuerà a parlare della Città della Moda, poi ribattezzata, strizzando gli occhi agli investitori internazionali, con il nome di Verve, Venice Escape River Vacation Experience, lungo la Riviera, tra via Piove e via Vecchia, lungo il Naviglio. Nel cuore del distretto calzaturiero.

Albergo, uffici, il museo della Moda - per il distretto del calzaturiero - e la sede dell’Acrib, l’Associazione Calzaturifici della Riviera del Brenta. Era nata con questo obiettivo la Città della moda. Un’area di 118 mila metri quadrati (17 campi da calcio) con una possibilità di costruire una superficie netta di pavimento di 55 mila metri quadrati, un volume di poco più di 210 mila metri cubi.

Un investimento da oltre 90 milioni di euro. A proporre il progetto la società Cervet, con l’imprenditore immobiliare Francesco Fracasso. Dopo la fiammata del 2007-2008 il progetto è rimasto a covare sotto la cenere e poi, poco prima della pandemia, è tornato di attualità. Conquistando la fiducia del gruppo americano Wyndham Hotel Group International, pronto a sbarcare in Riviera del Brenta con il brand Ramada Plaza.

È il febbraio del 2019 quando la società americana - nel 2015 ha acquistato Dolce Hotels, il gruppo che già nel 2008 era pronto a gestire l’albergo - annuncia la volontà di aprire un 4 stelle categoria superior con 150 camere, oltre a circa 30 appartamenti gestiti con la formula condohotel. Un intervento dotato di un centro congressi e di una piscina all’aperto.

È in questa terza revisione del progetto, sempre con la firma di Albanese, che la Città della moda prevede anche l’arrivo del Politecnico della calzatura, ora a Capriccio di Vigonza. L’accordo tra la Cervet e l’Acrib era imperniato su una permuta.

«In cambio di una sede di circa 1500 quadrati nell’ambito della Città della moda, l’area che oggi ospita il politecnico sarebbe andata alla mia società», spiega Fracasso, «se il Politecnico avesse avuto bisogno di spazi maggiori, per una sede più grande, li avrebbe acquistati».

Al costo di 1500 euro al metro quadrato. Politecnico e sede dell’Acrib. Acrib che ora paga l’affitto della sede proprio alla Cervet, dopo che la società di Fracasso negli anni scorsi ne ha acquistato il palazzo, in centro a Stra. Anche l’intesa con il Comune sembrava fatta, dal momento che l’amministrazione comunale si era “liberata” della gestione del museo, di cui si sarebbe potuto occupare l’Acrib. Il Comune temeva che i costi di funzionamento della struttura potessero mettere in crisi i conti di un comune da 8 mila residenti.

E però quando tutti i tasselli sembravano essere andati al loro posto, si è resa necessaria la proroga della concessione in scadenza alla fine del 2019 e, nonostante la proroga sia arrivata, proponente e Comune non hanno trovato un accordo sulla revisione delle garanzie - e quindi dalle polizze fideiussorie - chieste dall’amministrazione per realizzare il progetto.

La versione di Fracasso è che «questi paletti burocratici hanno bloccato l’investimento, quando ormai avevamo trovato un accordo ritenuto positivo da tutti. In questi ultimi 5 anni, dall’area Agrilogic alla ex manifattura Tabacchi di Trieste, la Cervet ha fatto operazioni immobiliari per 100 milioni di euro. Le risorse per investire sulla Città della moda c’erano, ma il Comune di nuovo si è messo di traverso.

A Fiesso, tra acquisto del terreno, progettazione e primi lavori, l’imprenditore ha investito 10 milioni di euro. Mollare o perseverare? «Io ci credo ancora», dice Fracasso, «ma con volumi più contenuti». Nella testa ha un intervento massimo di 35 mila quadrati. Il gruppo Wyndham Hotel è ancora interessato, molto più cauti Acrib e Politecnico calzaturiero. «La volontà di ampliare il Politecnico c’è», dice il presidente della scuola, Franco Ballin, senza voler entrare nei dettagli della permuta, «ma in questa fase di crisi generale posso dire che è tutto parcheggiato». —

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