Cisl Fp attacca il polo museale veneto: due milioni di pagamenti sospesi
VENEZIA. La Cisl-Fp è pronta a rivolgersi alla Corte dei Conti per la situazione finanziaria del Polo museale veneto. Il sindacato da settimane lavora su svariati documenti a disposizione, e ora denuncia due milioni di euro di ipotizzati pagamenti sospesi, che hanno già portato a numerose ingiunzioni da parte di privati e società di servizi. Si va infatti dalle bollette della luce ai fornitori o professionisti che ancora devono essere saldati.
«Nonostante i proclami del ministro Franceschini, la situazione dei musei del Mibact sul territorio è molto differente da come viene pubblicizzata» affermano Massimo Grella e Giuseppe Nolè, rispettivamente segretario Cisl-Fp di Venezia e coordinatore regionale della stessa sigla per i beni culturali. «Contestiamo con determinazione la gestione locale e la riteniamo assolutamente insoddisfacente, visto il livello elevatissimo dei beni culturali di Venezia e del Veneto.
Debiti accumulati tra l’altro per servizi e utenze non pagate, per decine di migliaia di euro, scarsa attenzione alla sicurezza dei visitatori, del personale e delle opere. Tutto questo in un contesto di forte riduzione delle risorse umane. Solo al Polo museale veneto siamo passati da 204 a 170 lavoratori in tre anni».
Il Polo museale veneto può contare su quindici strutture sparse tra Venezia, Verona, Treviso, Este, Portogruaro, Stra e Quarto d’Altino. Nella questione rientrano anche le Gallerie della Accademia, ma con un discorso a parte. E tutto è partito da una fattura di quasi 46 mila euro non pagata all’Enel per una utenza elettrica. «Ciò che colpisce nella documentazione pubblicata non è solo l’importo, ma il fatto che sia il Ministero a Roma che il Polo di Venezia non hanno risposto ai diversi solleciti dell’Avvocatura di Stato, che difende le pubbliche amministrazioni, per fare opposizione al decreto ingiuntivo», aggiungono i sindacalisti della Cisl-Fp.
«Dalle notizie raccolte sembrerebbe che questa situazione debitoria non sia isolata, ma che siano numerosi i casi di fatture e pagamenti per servizi non onorati dal Polo museale. Ci sono poi situazioni come a Villa Pisani a Stra, dove da dieci anni manca un regolamento interno del museo, dove il labirinto non è sorvegliato o addirittura in certe fasce orarie ci sono il doppio dei visitatori che, per motivi di sicurezza, dovrebbero esserci.
Alle Gallerie della Accademia, invece, personale di una ditta esterna non sarebbe neppure formato per far fronte a un eventuale incendio. La sicurezza deve essere una priorità per turisti, ma soprattutto tutela delle opere e del patrimonio che abbiamo il dovere di custodire. Chi amministra i beni dello Stato gestisce i soldi dei cittadini, e secondo noi deve rendere conto della gestione», concludono Grella e Nolè. «Accumulare debiti per poi pagare decine di migliaia di euro pubblici, tra spese legali e interessi di mora senza che nessuno ne subisca le conseguenze, è delittuoso. Specie se fatto da un ufficio periferico dello Stato. La Corte dei Conti deve accertare eventuali responsabilità».
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