Circondato per rapinarlo salvato da un tecnico Actv
Baby gang, ancora in azione. Un quindicenne residente in città è stato avvicinato alla fermata del tram di via Cappuccina, nel tardo pomeriggio di martedì, da un gruppetto di cinque ragazzini, suoi coetanei, che volevano derubarlo. I cinque lo hanno circondato, e gli hanno intimato di consegnare loro il telefono cellulare, hanno cercato pure di strapparglielo. Il ragazzo, senza via di scampo, stava per cedere quando in suo soccorso è intervenuto un tecnico del tram che stava facendo un sopralluogo alla fermata. Gli aggressori a quel punto hanno deciso di mollare e sono scappati infilandosi in varie stradine laterali a via Cappuccina.
Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri e ieri il ragazzo, acccompagnato dai genitori ha presentato denuncia nella sede dell’Arma in via Miranese. Degli aggressori nessuna traccia.
Intanto prosegue le indagine della Squadra Mobile che sta stringendo il cerchio su un nuovo gruppo di ragazzi che ha dato vita ad una baby gang.
Il fenomeno, anche in questo caso, è quello delle aggressioni a stranieri e la partecipazione a risse e lanci di bottiglie che vedono ragazzi protagonisti. Non si tratta degli stessi ragazzi già indagati, alcuni pure arrestati, lo scorso inverno. E questo anche se le modalità dei comportamenti sono le stesse. A far scattare le nuove indagini che stanno portando all'identificazione di diversi ragazzi sono state le aggressioni ad alcuni stranieri, in particolare una in Corso del Popolo e delle risse scoppiate in centro a Mestre, tra queste una in Galleria Matteotti, una ventina di giorni fa, finita con il lancio di bottiglie di vetro. Si tratta di gruppetti misti di ragazzi stranieri italiani e in parte vive nei quartieri periferici della città. Dopo l'aggressione al bengalese di due settimane fa, per rapinarlo del cellulare in Corso del Popolo e la rissa durante una serata musicale in Galleria Matteotti, è tornato lo spettro delle baby gang a Mestre.
Alcuni di questi appartengono a baby gang che già ai tempi degli episodi che hanno portato in carcere i ragazzi di Marghera, si erano resi protagonisti di episodi di violenza, ma non erano stati raccolti elementi utili per poterli indagare. Si tratta di gruppi composti da ragazzi con età che va dai 15 ai 18 anni. Quasi tutti vanno ancora a scuola. O meglio sono iscritti in qualche istituto della città. Compiono le aggressioni in particolare nel tardo pomeriggio.
Carlo Mion
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