Cinquantenne e sposato il cliente tipo del bordello

Mirano. L’appartamento a luci rosse scoperto dai carabinieri in via Gramsci fatturava anche 1500 euro al giorno e riceveva clienti da tutto il Veneto
Di Filippo De Gaspari

MIRANO. Cinquantenne, sposato, economicamente agiato. È l’identikit del cliente tipo che frequentava il bordello di via Gramsci, scoperto dai carabinieri martedì sera. Un’attività di tutto rispetto che, fatti due conti, fatturava anche 1.500 euro al giorno. Una decina di clienti giornalieri in media, anche 15 nei fine settimana, prestazioni pagate fino a 100 euro.

Un vizietto non certo alla portata di tutti, soprattutto di questi tempi, ma che non ha certo conosciuto crisi se è vero che non passava giorno in cui a quella porta non bussassero clienti da tre province. Arrivavano non solo dal Miranese, ma anche da fuori comprensorio, dal Mestrino e anche oltre i confini veneziani: Castelfranco, Padovano, altri centri della Marca. Tutti tra i 40 e i 50 anni, professionisti, ceto medio alto e, soprattutto, quasi tutti sposati. La moglie a casa, il marito nell’appartamento a luci rosse, con la scusa di un ritrovo tra vecchi amici o un appuntamento di lavoro. Arrivavano sotto i portici di via Gramsci, suonavano il campanello e attendevano di essere identificati. Una volta saliti al primo piano, fuori i soldi e via i vestiti. Adesso i carabinieri vogliono sentire anche loro, perlomeno alcuni: i colloqui serviranno a capire il giro della clientela della casa di appuntamenti e possibili ramificazioni dell’organizzazione che gestiva il locale a luci rosse. Identificare poi, se possibile, altre squillo che lavorassero nell’insospettabile alloggio a due passi dalla piazza della movida, in un caseggiato molto frequentato: sotto i negozi, a fianco uffici e studi professionali, all’inizio di una strada tra le più importanti di Mirano, sopra una farmacia, un bar, accanto a studi medici e a uffici. A gestire il bordello una quarantenne brasiliana, anche lei sposata con un italiano e residente nell’Alta Padovana. È stata denunciata per sfruttamento della prostituzione. Identificata invece una squillo, di 51 anni, anche lei brasiliana, coetanea di molti clienti “insospettabili”. Mirano insomma si scopre crocevia di prostituzione, quella che una raccolta firme di alcuni gruppi, partita anche in città, vorrebbe ora legalizzare, abolendo parzialmente la legge Merlin e riaprendo le case chiuse, accogliendo la proposta del sindaco di Mogliano, Giovanni Azzolini.

Non è il primo bordello scoperto in città, che così si scopre famosa nei circuiti a luci rosse di mezzo Veneto. Per la consigliera delegata alle Politiche paritarie Renata Cibin: «Episodi come questo ci fanno riflettere sul significato oggi dell’amore e della sessualità. E rendono palese come oggi la famiglia sia latitante». Non solo a Mirano.

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