Cinema Italia, decide il ministro

Sarà direttamente il Ministero dei Beni Culturali, con il suo Comitato Tecnico Scientifico, a dire l’ultima parola sulla possibile e discussa trasformazione dell’ex teatro e cinema Italia - gioiello del neogotico e del liberty di inizio secolo - lungo la Strada Nuova in un supermercato. La società Immobiliare Teatro, costituita proprio per la trasformazione a supermarket dell’edificio, di proprietà della famiglia Coin, aveva infatti inizialmente rinunciato a presentare un nuovo progetto sulla base delle significative prescrizioni all’intervento che erano arrivate dalla soprintendente uscente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello.
Ma ora l’architetto Alberto Torsello, che segue il progetto di riuso dell’edificio, insieme a quello del restauro di alcune sue parti - in corso - avrebbe presentato in Soprintendenza il nuovo progetto di variante che risponde alle modifiche richieste concordate con Aspiag Service Srl, la concessionaria del marchio Despar nel Nordest, con cui dovrebbe teoricamente aprire il nuovo supermarket.
La nuova soprintendente Emanuela Carpani ha deciso di investire della questione direttamente il Ministero. Il Comitato “Salviamo il cinema Italia” ha lanciato in rete la sua raccolta di firme a una petizione indirizzata al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e al nuovo soprintendente di Venezia in cui si chiedeva appunto di bloccare la trasformazione del cinema Italia in supermercato, anche sulla base della direttiva sulla tutela delle sale cinematografiche storiche emanata lo scorso anno dallo stesso Franceschini.
Procedono intanto nell’edificio i necessari lavori di restauro delle facciate, del tetto e dell’apparato decorativo, ma l’incognita è appunto sul futuro uso dell’edificio, vincolato sia all’interno, sia all’esterno e inutilizzato da diversi anni, dopo che Ca’ Foscari - che lo aveva preso in affitto per ospitarvi alcuni dei propri corsi universitari - lo ha lasciato.
Nella relazione del decreto di vincolo della Soprintendenza del dicembre 2010 si legge che «si tratta infatti dell’unico esempio, rimasto con i suoi arredi artistici originali, rispetto alle pochissime sale cinematografiche teatrali ancora oggi rimaste». E più avanti. «L’eccezionalità del Cinema-teatro Italia si conferma ulteriormente per l’organicità della sua decorazione artistica realizzata nello stile eclettico veneziano, tanto all’esterno come all’interno».
L'edificio fu inaugurato nel 1916 in stile neogotico, affidando i ferri battuti (ringhiere e lampadari) e il disegno dei quattro portali d'ingresso a Umberto Bellotto, le decorazioni pittoriche a Pomi (l'allegoria Gloria d'Italia al centro del soffitto della sala), Marussig, Martina, Tanozi e Perosi. E completando il tutto con vetri lavorati e legni scolpiti e intarsiati. Ma la proprietà attuale non molla sull’ipotesi supermercato - pur mai esplicitamente specificata nella sua richiesta - e prova a forzare la mano. Il Ministero deciderà.
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